Terna aderisce al Nasdaq Sustainable Bond Network

L’operatore è la prima utility elettrica italiana ad aderire alla piattaforma gestita dal Nasdaq dedicata alla finanza sostenibile.

terna

Terna, il gestore della rete elettrica ad alta e altissima tensione, è la prima electric utility italiana ad aderire al Nasdaq Sustainable Bond Network, la piattaforma gestita dal Nasdaq dedicata alla finanza sostenibile che riunisce investitori, emittenti, banche d’investimento e organizzazioni specialistiche.

Il logo “Terna Driving Energy” proiettato sulla Nasdaq Tower a Times Square premia il forte impegno del più grande operatore indipendente europeo di trasmissione dell’energia elettrica quale abilitatore della transizione energetica, per una rete sempre più affidabile, efficiente, tecnologica e, soprattutto, green.

“Terna è il regista del sistema energetico italiano: la sostenibilità è naturalmente al centro della nostra missione – dichiara Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna – Siamo stati pionieri nel mercato dei green bond e oggi siamo felici di aderire al Nasdaq network”.

Leggi anche Finanza verde: la BCE crea un team sul clima e pensa ai green bond

Gli investimenti sostenibili, finalizzati all’integrazione delle fonti rinnovabili per aumentare l’efficienza e la resilienza della rete, sono uno dei pilastri del Piano Industriale 2021-2025. La leadership di Terna nella finanza sostenibile è stata ampiamente riconosciuta dal mercato che, dal 2018, ha accolto con grande favore le emissioni obbligazionarie green del gestore della rete elettrica nazionale. Il green bond emesso nel luglio 2020, inoltre, ha fatto registrare il più basso tasso mai ottenuto tra le corporate italiane sia per green bond sia, in generale, per emissioni sopra i 10 anni.

Il Bloomberg Gender Equality Index (GEI)

Una sostenibilità ricercata anche sul piano sociale. l’Azienda è stata confermata, infatti per il terzo anno consecutivo nel Bloomberg Gender Equality Index (GEI), indice internazionale che misura le performance aziendali sui temi della parità di genere e la qualità e la trasparenza nella loro rendicontazione pubblica, aspetto decisivo ai fini della valutazione complessiva.

Terna nel 2021 ha migliorato il GEI score dello scorso anno e la performance registrata dal gestore della rete elettrica nazionale è superiore alla media sia per quanto riguarda le società incluse nell’indice, sia con riferimento al sottoinsieme delle aziende del settore Utilities. In particolare, nella dimensione della disclosure è stato registrato un punteggio di 100/100 che premia la scelta di trasparenza e la qualità nella rendicontazione, caratteristiche distintive delle politiche di sostenibilità del Gruppo.

Terna, infatti, monitora costantemente i principali indicatori di gender equality suggeriti dagli standard GRI-Global Reporting Initiative insieme a una serie di parametri gestionali, per certificare la parità di trattamento tra uomini e donne confermando quanto sancito dal Codice Etico del Gruppo, ovvero l’assenza di svantaggi per le donne o disparità significative e questo ha trovato conferma anche nella valutazione delle dimensioni “Equal Pay & Gender Pay Parity” e “Inclusive Culture”.

Leggi anche Terna: investimenti in Italia per quasi 9mld, 95% legato a sostenibilità

L’indice GEI misura le prestazioni delle società impegnate a sostenere la parità di genere attraverso lo sviluppo, la rappresentanza e la trasparenza delle politiche. L’indice di riferimento misura l’uguaglianza di genere su cinque pilastri: leadership femminile e pipeline di talenti, parità di retribuzione tra uomini e donne, cultura inclusiva, politiche sulle molestie sessuali e marchio a favore delle donne. Per questa edizione, Bloomberg ha ampliato l’idoneità per l’inclusione nell’indice a quasi 6.000 aziende in 84 paesi e regioni. A rientrare nella composizione finale dell’indice GEI 2021 sono state 380 aziende in 44 paesi e regioni, operanti in 11 diversi settori di mercato.

Articolo precedenteOltre le zero emissioni: divenire carbon negative è fattibile e conveniente
Articolo successivoAbbiamo 5 anni per fermare la deforestazione in Amazzonia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!