Bombardier: via all’e-mobility senza fili

Trasferire in modalità wireless l’energia per ricaricare, anche in movimento, i veicoli elettrici: il sistema PRIMOVE ci fa entrare nel futuro ed immaginare un nuovo scenario di trasporto urbano globale

Che cosa accadrebbe nel settore della mobilità elettrica se i veicoli si ricaricassero evitando fili, senza necessariamente arrestare la propria marcia, in modo veloce e limitando al minimo l’ingombro e i pesi delle batterie?

Una vera e propria rivoluzione epocale.

Un grande salto verso il futuro anche perché stiamo parlando degli aspetti più critici dell’attuale sistema dell’e-mobility, quegli aspetti che ne stanno rallentando il suo sviluppo. La responsabile di questa avventura è la Bombardier Transportation che, con la messa a punto di una tecnologia completamente innovativa, apre oggi nuovi scenari al trasporto urbano globale. Sperimentata per la prima volta al mondo in Germania, la soluzione tecnologica in questione sfrutta il principio dell’induzione e rende possibile il trasferimento dell’energia elettrica senza l’utilizzo di  linee, cioè in modalità wireless. Sembra una soluzione che appartiene alla fantasia di uno sceneggiatore di film di fantascienza, ma in realtà è una tecnologia già ampiamente testata: si chiama Bombardier PRIMOVE e l’abbiamo provata dal vero nell’ambito della sua presentazione mondiale ad Augsburg, la cittadina nei pressi di Monaco di Baviera scelta come luogo per la sperimentazione.

Tutto è iniziato nel settembre del 2010 quando l’azienda, insieme all’Autorità per il trasporto di Augsburg, ha installato la tecnologia su un tram della linea 3, che collega la cittadina al centro fieristico. Su un tratto sperimentale di circa 800 metri, infatti, il tram ha avuto modo di muoversi grazie a due ricevitori di potenza capaci di catturare l’energia induttiva trasferita da 8 metri di cavi installati tra il terreno e i binari. Il sistema ha dimostrato un’affidabilità eccellente per la quale è valsa la pena andare avanti.

 

Consegna dell'assegno da parte del Sottosegretario di Stato al ministero dei trasporti Ranier Bomaba (primo a destra) ad Andrè Navarri, Presidente di Bombardier Transportation (secondo a destra)

Ci sono al momento altre aziende che stanno sperimentando la trasmissione dell’energia elettrica in modalità wireless, ma la Bombardier ha messo a punto per prima un sistema urbano globale cioè valido per tutte le tipologie di veicoli elettrici: auto, bus e tram. Come funziona il sistema? Apparentemente in modo molto semplice (ma già sappiamo che non è così): tutto si basa sulla capacità di due diversi sistemi di riconoscersi e colloquiare tra loro, il primo viaggiante, cioè posizionato a bordo del veicolo, e l’altro statico, posizionato lungo il percorso del mezzo e nascosto sotto il rivestimento della strada o dei binari. La stazione ricevente, cioè quella a bordo del veicolo, è costituita da una piastra posizionate sotto il telaio del mezzo ed è incaricata di assorbire, nel più breve tempo possibile, grandi quantità di energia nel momento in cui riconosce la stazione di trasmissione e si trova in sua prossimità (circa 30 centimetri).  Il secondo sistema, la stazione di trasmissione appunto, è realizzato da moduli di 8 metri di lunghezza costituiti da una serpentina di cavi che vengono posizionati appena sotto il tappetino di asfalto, o tra i binari nel caso di un tram. Questo sistema offre la straordinaria opportunità di rendere rende possibile la ricarica non solo in sosta, ad esempio in parcheggio o ad un semaforo rosso, ma anche in movimento, senza cioè che il veicolo riduca minimamente la sua velocità di marcia. L’eliminazione della catenaria aerea, nel caso del tram, e del cavo di collegamento con la rete, per la ricarica dei mezzi su gomma,  rende il sistema poco invasivo da un punto di vista infrastrutturale, limitando l’intervento solo ad alcuni tratti delle strade o dei binari interessati. È questo un aspetto di non poco conto che, oltre ad assicurare la conservazione del patrimonio urbano, ci fa immaginare una città in cui muoversi in maniera assolutamente interconnessa, in silenzio,  ma soprattutto a zero emissioni.

Il progetto è approdato anche sui tavoli istituzionali, suscitando l’interesse di chi l’ha osservata con lungimiranza e che, senza dubbi, ha deciso di sostenerla economicamente. Il Ministero tedesco dei Trasporti, delle Infrastrutture e dello Sviluppo Urbano ha infatti stanziato 2,9 milioni di euro per dotare la città di Braunschweig di 2 autobus elettrici, alimentati con la tecnologia PRIMOVE. L’accordo, che ha coinvolto anche l’operatore di trasporto locale, prevede la realizzazione di 7 “zone” di ricarica distribuite su circa 12 chilometri di percorso, per la messa a punto di un servizio performante e multi modale che sarà attivo a partire dal 2013. L’avallo di un progetto simile rientra pienamente nella linea governativa, che unisce in una visione d’insieme la mobilità elettrica, la pianificazione dei trasporti e lo sviluppo urbano, elementi strettamente legati fra loro.

 

Primo progetto commerciale di bus Primove

L’obiettivo è infatti quello di riuscire a portare la tecnologia sul mercato e magari riuscire a coinvolgere anche altre amministrazioni locali ad investire su questa tipologia di mobilità elettrica, non solo in Germania, ma anche in altri Paesi. Parlando con il Presidente di Bombardier Transportation Italy, Roberto Tazzioli, abbiamo appreso che l’azienda procederà nei prossimi mesi a proporre l’adozione di PRIMOVE alle amministrazioni locali italiane. Ci ha spiegato, infatti, che nessuno più dell’Italia può avere l’interesse a preservare la bellezza dei numerosissimi centri storici di cui è ricca, oltre al patrimonio architettonico e paesaggistico, con “l’inserimento armonioso di tram e metrò leggeri nei centri cittadini, nei parchi e nelle aree pedonali”.

A questo punto qualcuno potrebbe, non a torto, preoccuparsi delle ripercussioni sulla salute dei cittadini causate dal sistema in termini  di elettrosmog. Ebbene, dai test effettuati sia in prossimità dell’area di transito che all’interno dei veicoli, a cui abbiamo direttamente assistito, è emerso un livello di inquinamento elettromagnetico nei range convenzionali,  addirittura inferiore a quello emesso da una normale aspirapolvere domestica.

Dinanzi alla concretezza ed alla maturità di questa nuova tecnologia, la domanda che si pone immediata è: quanto impiegherà il sistema Italia a recepire l’innovazione, ad inserirla nei tanto discussi progetti sulle smart city, e a dare un segno forte di cambiamento  di rotta ai cittadini?

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