Italia e altri 7 paesi Ue contro il bando delle auto diesel e benzina nel 2035

Ieri a Strasburgo si è tenuta la prima riunione della pattuglia di paesi Ue contrari all’addio alle auto endotermiche tra 12 anni, nonostante l’accordo già siglato da Europarlamento e Consiglio. Più tempo prima che le regole entrino in vigore e nessuno stop a motori diesel e benzina se alimentati da e-fuel sono le due richieste principali

Bando delle auto diesel e benzina: 8 paesi dicono no (Italia inclusa)
Foto di Bilderandi da Pixabay

Cosa vuole il fronte del no al bando delle auto diesel e benzina?

(Rinnovabili.it) – Otto paesi europei contro le nuove regole Euro 7, quasi un terzo del totale. E con due pesi massimi (per pil, popolazione e industria dell’auto) come Germania e Italia. Dopo le raffiche di dichiarazioni in ordine sparso delle scorse settimane, esce finalmente allo scoperto il fronte che si oppone a mandare in pensione i motori a combustione interna tra 12 anni. Ieri a Strasburgo la Repubblica Ceca – presidente di turno Ue – ha riunito gli altri 7 ‘congiurati’ per cambiare le carte in tavole sul bando delle auto diesel e benzina, anche se già approvato da Europarlamento e Consiglio.

I nuovi limiti emissivi? “Li riteniamo irrealistici e vorremmo poterli modificare nei prossimi mesi”, ha spiegato Martin Kupka, ministro ceco dei Trasporti. “Inoltre, siamo preoccupati del potenziale effetto negativo anche sull’ambiente perché con l’aumento dei costi delle auto non favoriranno l’aggiornamento delle flotte. Meno persone potranno permettersi di cambiare auto. La proposta è controproducente, è necessario modificarla nei prossimi mesi dal momento che richiede azioni non realistiche”.

Cosa vuole il fronte del no al bando delle auto diesel e benzina?

L’obiettivo comune è far saltare il banco. Ma l’allineamento non è totale. Le richieste dei paesi a volte sono dissonanti. Il primo punto critico è la data dell’entrata in vigore dei nuovi limiti sulle emissioni auto. L’accordo tra i due co-legislatori Ue dice metà 2025. Troppo presto per la pattuglia di dissidenti. Servono almeno 4 anni per dare tempo all’industria di adeguarsi.

Poi c’è la data del bando delle auto diesel e benzina. L’opinione maggioritaria è che non ci debba essere nessun divieto di vendita di nuovi veicoli endotermici. Praga, Berlino e Roma portano avanti questa linea: cancelliamo la data del phase out e introduciamo il vincolo, a partire dal 2035, di usare solo e-fuels e non derivati del petrolio.

Gli e-fuels o combustibili elettrici sono carburanti sintetici ricavati dall’elettrolisi dell’acqua, per ottenere idrogeno, alimentata da energie rinnovabili. L’H2 viene poi combinato con CO2 o N2 per la produzione di altri tipi di e-fuel. Rispetto ai combustibili fossili tradizionali il risparmio di CO2 batte intorno al 70% sull’intero ciclo di vita. Ma soprattutto, i carburanti elettrici hanno altri due grandi vantaggi che fanno gola all’industria dell’auto.

Primo, sono pienamente compatibili con l’infrastruttura di distribuzione esistente e con i motori endotermici. Secondo, hanno un’alta densità energetica e sono quindi un’alternativa plausibile a diesel e benzina. (Ma per produrli in volumi accettabili servirebbe un’infrastruttura di elettrolisi che l’Ue ancora non ha e, secondo le proiezioni, non avrà entro il 2035. Per quella data tutta la capacità Ue basterebbe per alimentare appena il 2% del parco auto).

Tutte queste considerazioni non smuovono invece la Polonia. Varsavia non ne vuole sapere né di bando delle auto diesel e benzina al 2035 né di e-fuel né di penetrazione massiccia di auto elettriche. Tutti cambiamenti che, in un modo o nell’altro, ragiona il governo polacco, comporterebbero costi maggiori per i consumatori.  

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