Come modificare il PNIEC per decarbonizzare i trasporti?

Entro giugno, i paesi UE devono presentare i loro PNIEC aggiornati. Un’occasione per ridurre in modo consistente le emissioni dei trasporti, che pesano per oltre il 20% dei gas serra UE

Decarbonizzare i trasporti: come va aggiornato il PNIEC?
Foto di Nile da Pixabay

I suggerimenti di Transport & Environment per decarbonizzare i trasporti

(Rinnovabili.it) – Dire stop alle auto e ai furgoni diesel e benzina prima del 2035, la data di scadenza fissata dall’UE. Abbinando questa misura a una tassazione intelligente dei veicoli, con immatricolazioni più salate per i mezzi più inquinanti. E ancora: introdurre pedaggi differenziati a seconda del tenore emissivo dei veicoli ed accelerare sull’elettrificazione delle flotte aziendali. Sono alcune delle misure per decarbonizzare i trasporti che i paesi UE dovrebbero inserire subito nei loro PNIEC, i Piani nazionali integrati energia e clima, nell’aggiornamento previsto per giugno. Lo sostiene l’ong Transport & Environment (T&E) in un position paper pubblicato il 16 maggio.

Quello di decarbonizzare i trasporti è un obiettivo dove, finora, l’Europa ha fallito. Dal 2013 al 2019 le emissioni sono salite costantemente e pesano per oltre il 20% del totale dei gas serra UE. Tre quarti di queste emissioni dipendono dal trasporto su strada. È proprio su questo settore che si concentra la maggior parte delle misure suggerite da T&E. Che vede nel PNIEC uno strumento molto utile per indicazioni chiare e di lungo periodo all’industria, aiutandola così a indirizzare al meglio gli investimenti e a ricalibrare i piani industriali.

Decarbonizzare i trasporti su strada: le priorità secondo T&E

A dare un segnale chiaro all’industria punta il suggerimento di anticipare il phase out dei veicoli endotermici (ICE) a prima del 2035. Obiettivo fattibile: d’altronde molte case automobilistiche prevedono già di non vendere più ICE già verso il 2027-2030. Una misura da introdurre in modo soft, magari applicando una tassazione bonus-malus sulla CO2, che applica tasse più elevate sui veicoli maggiormente inquinanti per sostenere l’adozione di auto e furgoni elettrici a batteria a zero emissioni”.

Bisognerebbe poi prevedere incentivi mirati alle famiglie a basso reddito per accedere ai veicoli a zero emissioni, “come ad esempio i programmi di leasing sociale per i veicoli elettrici a batteria”. Per l’elettrificazione delle flotte aziendali, T&E suggerisce meccanismi fiscali come “una bassa tassazione dei benefit in kind (BiK) per le auto aziendali elettriche a batteria e l’eliminazione dell’ammortamento fiscale per le auto aziendali con motore a combustione interna e i veicoli ibridi plug-in”. Elettrico dev’essere anche la scelta dell’amministrazione pubblica, a tutti i livelli.

Rinnovabili e trasporti: come attuare la REDIII

L’altro grande fronte su cui i Ventisette dovrebbero agire per decarbonizzare i trasporti sono gli obiettivi sulle rinnovabili della REDIII, in fase di aggiornamento, da recepire poi a livello nazionale. Tra le priorità, ridurre l’obiettivo complessivo per le rinnovabili nei trasporti a una quota massima del 16% di energia rinnovabile. Dando spazio solo “ai carburanti avanzati veramente sostenibili (elettricità rinnovabile, idrogeno verde ed elettro carburanti – i cosiddetti Carburanti Rinnovabili di Origine Non Biologica – e biocarburanti avanzati)”.

In ambito biocarburanti vanno eliminati olio di palma e soia e bisogna fissare obiettivi non troppo elevati per quelli avanzati (da rifiuti e residui sostenibili, grassi animali e olio da cucina esausto) per evitare il rischio di utilizzare materie prime non sostenibili.

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