Qualità dell’aria 2020: NO2 in netto calo causa lockdown

Per il lockdown e la riduzione del traffico, nel 2020 registrato un netto calo delle concentrazioni di biossido di azoto NO2. L’assessore Vettorato e i tecnici hanno presentato i dati.

Credits: Provincia Autonoma di Bolzano

Vettorato: “Abbiamo deciso di riconsiderare entro il 1° gennaio 2022 alcuni punti del Programma NO2 2018-2023″

La qualità dell’aria in Alto Adige nel 2020 è nettamente migliorata, soprattutto in riferimento agli inquinanti legati al traffico stradale, in particolare il biossido di azoto NO2, in seguito alle restrizioni imposte dal lockdown e alla conseguente riduzione del traffico. Lo confermano i dati, rilevati dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria, e presentati oggi (11 marzo) nell’ambito di una conferenza stampa in streaming dall’assessore provinciale all’ambiente ed energia Giuliano Vettorato, dal direttore del Laboratorio analisi aria e radioprotezione, Luca Verdi e dal direttore dell’Ufficio Aria e rumore Georg Pichler, dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima. I dati sono stati precedentemente illustrati ai responsabili dei Comuni coinvolti e di enti ed organismi di categoria nell’ambito del Tavolo tecnico permanente per la qualità dell’aria.

Mobilità sostenibile, sfida per il futuro 

“L’esperienza del lockdown conferma che la riduzione del traffico motorizzato e la sua riconversione a sistemi più ecocompatibili è la sfida più importante per poter migliorare la qualità dell’aria,” ha sottolineato l’assessore, Giuliano Vettorato ricordando l’impegno di Provincia e Comuni nell’incentivare misure a favore della mobilità sostenibile che concili le esigenze dell’ambiente e della tutela del clima con quelle della salute e dell’economia. “Per quest’anno, comunque, si è stabilito di non introdurre nuovi divieti di circolazione, anche in considerazione della difficile situazione economica in cui versano molte famiglie e imprese.” Già nel maggio 2020 era stato approvato lo slittamento del divieto di circolazione per tutti i veicoli di classe Euro 4, come ha ricordato l’assessore che afferma: “Abbiamo deciso di riconsiderare entro il 1° gennaio 2022 alcuni punti del Programma NO2 2018-2023 che riguardano la mobilità, il trasporto pubblico e i divieti di circolazione, anche alla luce delle nuove opportunità offerte dal lavoro agile o smart working”. Nell’ambito della riunione in videoconferenza del Tavolo tecnico assieme ai sindaci l’assessore ha valutato l’opportunità di adottare almeno nelle amministrazioni pubbliche di modello di smart working integrato, ovvero distribuito su almeno qualche giorno nell’arco della settimana, fatto questo che contribuirrebbe a ridurre gli spostamenti e il traffico.“Ognuno di noi può contribuire a ridurre la concentrazione di NO2 nell’aria della propria città, adottando comportamenti più rispettosi dell’ambiente, che possono incidere tantissimo e in tempi brevi sulla qualità dell’aria”, questo l’invito che l’assessore rivolge ai cittadini.

Meno traffico, ridotto l’NO2

Nel 2020, rispetto al triennio precedente, i dati riferiti al biossido di azoto NO2 sono migliorati di molto. Questo gas, prodotto principalmente dalle emissioni dovute al traffico stradale, in modo particolare dai veicoli diesel, a elevate concentrazioni può rappresentare un rischio per la salute. “Lungo le vie cittadine più trafficate a BolzanoMeranoBressanone e Laives, i campionatori passivi posizionati per valutare la presenza degli inquinanti nei cosiddetti canyon urbani, nel 2020 hanno fatto registrare un solo superamento del valore limite di 40 microgrammi/m3, stabilito dalla normativa nazionale e comunitaria,” ha spiegato Luca Verdi, direttore del Laboratorio Analisi aria e radioprotezione dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima che ha ricordato che “tale limite lungo l’autostrada del Brennero A22 è stato superato solo presso due stazioni di misura.” I dati riferiti all’autostrada del Brennero A22 sono confermati anche dallo studio BrennerLEC, realizzato nel dicembre 2020 nell’ambito dell’omonimo progetto europeo, di cui l’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima è partner. “Durante il lockdown di marzo-aprile 2020 le concentrazioni di NO2 rilevate dalla stazione di monitoraggio a Egna sono diminuite di circa la metà e il transito di veicoli leggeri e pesanti è diminuito del 92% e del 42%”, spiega Georg Pichler, direttore dell’Ufficio Aria e rumore. Lo studio ha confermato che se diminuisce il traffico leggero e pesante, di conseguenza diminuisce anche la concentrazione di NO2.

Polveri sottili PM10 e PM2,5, invariate le concentrazioni

La situazione riferita alle polveri fini (PM10 e PM2,5), nonostante il lockdown, è rimasta sostanzialmente invariata nel 2020 rispetto agli anni precedenti. Questo conferma che il traffico non è determinante in questo caso. Le polveri fini sono composte dal particolato presente nell’aria che può essere di origine naturale e/o antropica (riscaldamento, industrie, traffico, fenomeni di attrito su strada, ecc.). “Circa il 70% delle polveri sottili in Alto Adige derivano dalle emissioni degli impianti di riscaldamento domestico, dei quali quelli più inquinanti sono quelli alimentati a legna”, fa presente Luca Verdi. I valori limite del PM10 stabiliti dalla normativa vigente, ovvero 50 microgrammi/m3 da non superare più di 35 volte in un anno, vengono rispettati già dal 2007 e negli ultimi due anni i dati delle medie annuali sono conformi anche ai valori guida indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS. Per quanto riguarda il PM2,5, le medie annuali sono decisamente inferiori al valore limite, ma non ancora conformi ai valori consigliati dall’OMS.

Ancora criticità per il benzo[a]pirene

Per il benzoapirene, una componente delle polveri sottili, si registrano anche nel 2020 superamenti del valore obiettivo fissato dalla normativa europea e nazionale, soprattutto nelle località rurali di fondovalle. Il benzo[a]pirene è in inquinante che deriva da una combustione incompleta del legno, ad esempio nel caso dei piccoli impianti a legna come stufe e caminetti alimentati manualmente. “Nel 2020 è stato registrato un incremento dei valori di benzo[a]pirene rispetto al triennio precedente 2017-2019”, ha fatto presente Verdi spiegando che questo può essere dovuto ad un aumento della combustione della legna nelle abitazioni, conseguente alla maggior permanenza in casa delle persone a causa del lockdown.

Tutti i dati riferiti alla qualità dell’aria possono essere consultati sul portale della Provincia nel settore ambiente sotto aria come gli esiti dello studio “Coronavirus e qualità dell’aria in Alto Adige” del Laboratorio Analisi aria e radioprotezione (maggio 2020).

sa

Articolo precedenteVeneto, riunione del Comitato di indirizzo e sorveglianza (Cis) sulle problematiche aria
Articolo successivoCorso sulla mobilità 2021: sostenibilità nella teoria e nella pratica

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!