Parchi “ibridi” al servizio di ambiente, economia e società

Il progetto, denominato “Hybrid Park” e finanziato dalla Comunità Europea, si focalizzerà sui tre ambiti fondamentali della sostenibilità, economica, sociale e ambientale

Aldilà della loro tradizionale funzione di tutela ed esaltazione dei valori ambientali, parchi e giardini, che siano storici o ispirati dalla modernità, possono porsi al servizio dello sviluppo dell’economia, della diversificazione degli spazi agricoli, del miglioramento della qualità della vita e della forza attrattiva di città e regioni, oltre che giocare un ruolo anche nel contenimento dei cambiamenti climatici. Si chiamano “parchi ibridi”, parchi multifunzionali, secondo un progetto (denominato appunto “Hybrid Park”) finanziato dalla Comunità Europea, che ieri e oggi a Spoleto, presso la Rocca di Albornoz, è stato tenuto a battesimo nel corso di un primo incontro tecnico internazionale. All’incontro, organizzato dal Servizio Parchi della Regione Umbria, hanno partecipato le delegazioni dei 16 membri della “partnership” del progetto (coordinato dalla Rete Europea dei Giardini), provenienti da Germania, Svezia, Malta, Polonia, Finlandia, Grecia, Italia (Regione Umbria ed Emilia Romagna), Austria, Francia e Gran Bretagna. Il progetto, attraverso il confronto di studi ed esperienze nei vari paesi coinvolti, si concluderà nel 2014, con la pubblicazione di un “report” operativo, che indicherà linee-guida, ipotesi di fattibilità e proposte concrete, e con una serie di campagne informative e promozionali sui principali temi in discussione.
Perché parchi “ibridi”? “Per questo nuovo concetto applicato a parchi e giardini – ha spiegato l’ingegner Christian Grüssen, responsabile del Project Management e Project Development della “Europäisches Gartennetzwerk”, la Rete Europea dei Giardini – ci siamo ispirati proprio al…‘veicolo ibrido’, nel quale due motori e due fonti di energia sono combinati in modo da supportarsi a vicenda e funzionare, sfruttando e integrando al meglio le caratteristiche di ciascuno, per un potenziamento dell’efficienza e della sostenibilità. È proprio quello che abbiamo in mente, pensando ai ‘parchi ibridi’”.
“I parchi ibridi – ha sottolineato Alan Thornley, del Cheshire and Chester Council (Gb), che ha coordinato l’incontro di Spoleto – sono essenzialmente focalizzati sui tre ambiti fondamentali della sostenibilità, economica, sociale e ambientale, attraverso azioni e studi integrati, che esaminino a fondo il grande potenziale di parchi e giardini per il turismo, per il rinnovamento delle città, per la partecipazione attiva delle popolazioni e per il rafforzamento della consapevolezza ambientale”.
“Ci saranno, di qui al 2014 – ha detto Alan Thornley – sei ‘workshops’ integrati, alternati con visite ad esperienze significative in alcuni paesi -, per creare sinergie per strategie di sviluppo e progetti sostenibili di adattamento climatico”.
Bruno Cori, direttore del Centro per il Restauro del Libro collocato nella Rocca Albornoziana – ha illustrato agli ospiti il complesso iter che ha condotto al restauro della Rocca, ora accessibile anche attraverso il nuovo complesso di scale mobili. “Ospitare meeting di questo livello – ha detto Cori – è un modo molto importante per far conoscere la Rocca spoletina e il grande lavoro che è stato fatto”.

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