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Cina, protagonista della “Climate Week” di New York

(Rinnovabili.it) – New York guarda Copenhagen e i leader dei paesi industriali, oggi riunitisi per il Summit sul clima in previsione degli accordi definitivi che verranno ufficializzati a dicembre, ascoltano la Cina.
Su Wei, direttore generale del Dipartimento sui cambiamenti climatici in Cina, alla presenza del Ministro delll’Ambiente Indiano Jairam Ramesh, e, difronte i rappresentati delle Nazioni Unite, si dichiara pronto per sviluppare economie di sviluppo che incentivino la riduzione delle emissioni di carbonio.
I paesi meno sviluppati e ugualmente, se non in maggior misura, trasformati dalle evoluzioni ambientali e climatiche causate dagli inquinamenti atmosferici, sono un altro passo decisivo nei confronti di una nuova politica energetica.
“Se la Cina seguisse il consiglio degli scienziati, sarebbe questo un forte segnale per gli Stati Uniti. Significherebbe aver raggiunto un obiettivo davvero buono”.
Queste le parole di Yang Ailun, coordinatore e responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace in Cina.
Anch’egli, presente al Vertice di New York, ha evidenziato come la Cina, ripetendo gli sforzi fatti negli ultimi cinque anni per ridurre del 20% le emissioni di diossido di carbonio, potrebbe ambire a risparmiare 4,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica stimati nell’arco di tempo tra il 2005 e il 2020.
La necessità di fare un passo decisivo e concreto verso la revisone di un modo di produrre tipico delle zone ricche del pianeta, Cina inclusa, deve prevedere non solo il finanziamento e la promozione di impianti e tecnologie per generare energia pulita, ma deve spingere gli Stati a fissare tasse più severe che limitino al massimo l’utilizzo del carbone. Ciò vale, in primis, per lo stesso stato orientale che ha saputo, finora, appoggiare l’avvio ad un diverso approccio energetico, ma che non ha ancora “voluto” stabilire tetti massimi per l’uso del carbone.
“Tutti si aspettano molto, ma bisogna guardare alla realtà”, ha detto Wu Changhua, direttore del Climate Group cinese. “Non credo ci saranno grandi sorprese”.

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