Rinnovabili • Gas fluorurati

Il Bio-GNL di Liquigas: al via le prime forniture in Italia

Proviene dalla bioraffineria di Truccazzano il biocombustibile per i rifornimenti della flotta di LC3 Trasporti

bio-gnl
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Ha preso concretamente il via la partnership siglata da Liquigas, società leader in Italia nella distribuzione di GPL e GNL per uso domestico, commerciale e industriale, e Biomethane Green, società controllata da Air Liquide Biometano, per la fornitura di bio-GNL per promuovere il binomio “efficienza e sostenibilità” nel settore dei trasporti. Da oggi le soluzioni di Liquigas sono pienamente operative sul mercato italiano con le forniture destinate ad alimentare la flotta di LC3 Trasporti: si tratta di una prima concretizzazione degli investimenti sui biocombustibili a lungo termine diLiquigas.

Il biocombustibile proviene della Bioraffineria di Truccazzano (Milano) ed è frutto di un accordo quinquennale che Liquigas ha stretto con Air Liquide, multinazionale operante nel settore dei gas, delle tecnologie e dei servizi per l’Industria e la Sanità. Un impegno strategico che prevede una fornitura incrementale di bio-GNL che sarà destinato da Liquigas al proprio mercato dell’autotrazione, per alimentare gli impianti di stoccaggio ed erogazione del biometano presso le sedi private di flottisti e società di autotrasporti, e presso le stazioni di rifornimento. 

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Il bio-GNL è a beneficio di LC3 Trasporti, prima azienda italiana a dotarsi di veicoli a GNL nel 2014 e oggi leader nel settore del trasporto sostenibile. La fornitura prevede di coprire in percentuale il fabbisogno del 2022 della stazione privata di LC3 Trasporti, basata a Piacenza. Con periodici incrementi Liquigas ha pianificato di raggiungere il 100% della capienza dell’impianto entro il 2023.

Dario Mastromattei, Responsabile Vendite GNL Italia di Liquigas, ha dichiarato: “L’arrivo sul mercato italiano delle soluzioni di Liquigas in ambito bio-GNL è il rispetto dell’impegno che abbiamo preso per garantire massima efficienza e sostenibilità al settore dei trasporti. La collaborazione con Air Liquide ci ha permesso di iniziare il nostro percorso di crescita nel settore dei biocombustibili guardando al futuro. Siamo felici di avere al nostro fianco dei partner lungimiranti come LC3 Trasporti”

Michele Ambrogi, Presidente di LC3 Trasporti, aggiunge: Ad oggi, il bio-GNL è ancora la migliore soluzione per l’abbattimento delle emissioni dei mezzi pesanti, senza limiti sensibili per le percorrenze. Permette di usare motori a GNL, sfruttando già da oggi un carburante 100% sostenibile derivante appieno da economie circolari. Questa partnership ormai consolidata non farà altro che accelerare il raggiungimento dei nostri obiettivi fissati da tempo sul piano del rispetto ambientale.”  

La soluzione di Liquigas è la concretizzazione di un impegno per lo sviluppo in Italia di proposte energetiche a basse emissioni. Il bio-GNL, infatti, si ottiene attraverso un processo di purificazione e di liquefazione del biogas. Il biogas è il prodotto della fermentazione della parte biodegradabile di liquami e letami zootecnici e residui agricoli. Gli scarti utilizzati alimentano quindi un perfetto meccanismo di economia circolare che ha come risultato un carburante a bassissimo impatto ambientale. 

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Liquigas approfondirà le soluzioni energetiche per favorire la modalità sostenibile attraverso la partecipazione al LETExpo – Logistic Eco Transport(Veronafiere – 16/19 marzo 2022).

Andrea Arzà, Amministratore Delegato di Liquigas, interverrà al dibattito “L’Italia in movimento: sostenibilità, digitalizzazione e semplificazione”, in programma per giovedì 17 marzo alle ore 16.30 (padiglione 4 – casa Alis).

Dario Mastromattei, Responsabile Vendite GNL Italia di Liquigas, e Luca Ragni, energy manager di LC3 Trasporti, approfondiranno il tema dei biocombustibili durante il workshop “Il futuro della transizione energetica”, in programma mercoledì 16 marzo alle ore 15.45 (padiglione 2). 

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Rinnovabili • Batterie al sodio allo stato solido

Batterie al sodio allo stato solido, verso la produzione di massa

Grazie ad un nuovo processo sintetico è stato creato un elettrolita di solfuro solido dotato della più alta conduttività per gli ioni di sodio più alta mai registrata. Circa 10 volte superiore a quella richiesta per l'uso pratico

Batterie al sodio allo stato solido
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Batterie al Sodio allo Stato Solido più facili da Produrre

La batterie allo stato solido incarnano a tutti gli effetti il nuovo mega trend dell’accumulo elettrochimico. E mentre diverse aziende automobilistiche tentano di applicare questa tecnologia agli ioni di litio, c’è chi sta percorrendo strade parallele. É il caso di alcuni ingegneri dell’Università Metropolitana di Osaka, in Giappone. Qui i professori Osaka Atsushi Sakuda e Akitoshi Hayash hanno guidato un gruppo di ricerca nella realizzazione di batterie al sodio allo stato solido attraverso un innovativo processo di sintesi.

Batterie a Ioni Sodio, nuova Frontiera dell’Accumulo

Le batterie al sodio (conosciute erroneamente anche come batterie al sale) hanno conquistato negli ultimi anni parecchia attenzione da parte del mondo scientifico e industriale. L’abbondanza e la facilità di reperimento di questo metallo alcalino ne fanno un concorrente di primo livello dei confronti del litio. Inoltre l’impegno costante sul fronte delle prestazioni sta portando al superamento di alcuni svantaggi intrinseci, come la minore capacità. L’ultimo traguardo raggiunto in questo campo appartiene ad una ricerca cinese che ha realizzato un unità senza anodo con una densità di energia superiore ai 200 Wh/kg.

Integrare questa tecnologia con l’impiego di elettroliti solidi potrebbe teoricamente dare un’ulteriore boost alla densità energetica e migliorare i cicli di carica-scarica (nota dolente per le tradizionali batterie agli ioni di sodio). Quale elettrolita impiegare in questo caso? Quelli di solfuro rappresentano una scelta interessante grazie alla loro elevata conduttività ionica e lavorabilità. Peccato che la sintesi degli elettroliti solforati non sia così semplice e controllabile. Il che si traduce in un’elevata barriera per la produzione commerciale delle batterie al sodio allo stato solido.

Un Flusso di Polisolfuro reattivo

É qui che si inserisce il lavoro del team di Sakuda a Hayash. Gli ingegneri hanno messo a punto un processo sintetico che impiega sali fusi di polisolfuro reattivo per sviluppare elettroliti solidi solforati. Nel dettaglio utilizzando il flusso di polisolfuro Na2Sx come reagente stechiometrico, i ricercatori hanno sintetizzato due elettroliti di solfuri di sodio dalle caratteristiche distintive, uno dotato della conduttività degli ioni di sodio più alta al mondo (circa 10 volte superiore a quella richiesta per l’uso pratico) e uno vetroso con elevata resistenza alla riduzione.

Questo processo è utile per la produzione di quasi tutti i materiali solforati contenenti sodio, compresi elettroliti solidi e materiali attivi per elettrodi“, ha affermato il professor Sakuda. “Inoltre, rispetto ai metodi convenzionali, rende più semplice ottenere composti che mostrano prestazioni più elevate, quindi crediamo che diventerà una metodologia mainstream per il futuro sviluppo di materiali per batterie al sodio completamente allo stato solido“.  I risultati sono stati pubblicati su Energy Storage Materials and Inorganic Chemistry .

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • fotovoltaico materiale quantistico

Fotovoltaico, ecco il materiale quantistico con un’efficienza del 190%

Un gruppo di scienziati della Lehigh University ha sviluppato un materiale dotato di una efficienza quantistica esterna di 90 punti percentuali sopra quella delle celle solari tradizionali

fotovoltaico materiale quantistico
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Nuovo materiale quantistico con un assorbimento solare medio dell’80%

Atomi di rame inseriti tra strati bidimensionali di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. Questa la ricetta messa a punto dai fisici Srihari Kastuar e Chinedu Ekuma nei laboratori della Lehigh University, negli Stati Uniti, per dare una svecchiata alla prestazioni delle celle solari. Il duo di ricercatori ha così creato un nuovo materiale quantistico dalle interessanti proprietà fotovoltaiche. Impiegato come strato attivo in una cella prototipo, infatti, il nuovo materiale ha mostrato un assorbimento solare medio dell’80%, un alto tasso di generazione di portatori fotoeccitati e un’efficienza quantistica esterna (EQE) record del 190%. Secondo gli scienziati il risultato raggiunto supera di gran lunga il limite teorico di efficienza di Shockley-Queisser per i materiali a base di silicio e spinge il campo dei materiali quantistici per il fotovoltaico a nuovi livelli. 

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L’efficienza quantistica esterna

Tocca fare una precisazione. L’efficienza quantistica esterna non va confusa con l’efficienza di conversione, il dato più celebre quando si parla di prestazioni solari. L’EQE rappresenta il rapporto tra il numero di elettroni che danno luogo a una corrente in un circuito esterno e il numero di fotoni incidenti ad una precisa lunghezza d’onda

Nelle celle solari tradizionali, l’EQE massimo è del 100%, tuttavia negli ultimi anni alcuni materiali e configurazioni avanzate hanno dimostrato la capacità di generare e raccogliere più di un elettrone da ogni fotone ad alta energia incidente, per un efficienza quantistica esterna superiore al 100%. Il risultato di Kastua e Ekuma, però, rappresenta un unicum nel settore.

Celle solari a banda intermedia

Per il loro lavoro due fisici sono partiti da un campo particolare della ricerca fotovoltaica. Parliamo delle celle solari a banda intermedia (IBSC – Intermediate Band Solar Cells), una tecnologia emergente che ha il potenziale per rivoluzionare la produzione di energia pulita. In questi sistemi la radiazione solare può eccitare i portatori dalla banda di valenza a quella di conduzione, oltre che direttamente, anche in maniera graduale. Come?  “Passando” per l’appunto attraverso stati di una banda intermedia, livelli energetici specifici posizionati all’interno della struttura elettronica di un materiale creato ad hoc. “Ciò consente a un singolo fotone di provocare generazioni multiple di eccitoni attraverso un processo di assorbimento in due fasi“, scrivono i due ricercatori sulla rivista Science Advances.

Nel nuovo materiale quantistico creato dagli scienziati della Lehigh University questi stati hanno livelli di energia all’interno dei gap di sottobanda ideali. Una volta testato all’interno di una cella fotovoltaica prototipale il materiale ha mostrato di poter migliorare l’assorbimento e la generazione di portatori nella gamma dello spettro dal vicino infrarosso alla luce visibile. 

La rivoluzione dei materiali quantistici

Il duo ha sviluppato il nuovo materiale sfruttando i “gap di van der Waals”, spazi atomicamente piccoli tra materiali bidimensionali stratificati. Questi spazi possono confinare molecole o ioni e gli scienziati dei materiali li usano comunemente per inserire, o “intercalare”, altri elementi per ottimizzare le proprietà dei materiali. Per la precisione hanno inserito atomi di rame tra strati di seleniuro di germanio e solfuro di stagno. “Rappresenta un candidato promettente per lo sviluppo di celle solari ad alta efficienza di prossima generazione – ha sottolineato Ekuma – che svolgeranno un ruolo cruciale nell’affrontare il fabbisogno energetico globale“.

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Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa quotidianamente delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.