Il 2017 è stato il secondo anno più caldo di sempre

I primi dati definitivi arrivano dall’agenzia europea Copernicus e dicono che il 2017 è stato il secondo anno più caldo da quando registriamo la temperatura

anno più caldo

 

La classifica dell’anno più caldo si aggiorna ancora

 

(Rinnovabili.it) – Il Copernicus Climate Change Service europeo, tra le più importanti agenzie meteorologiche internazionali, ha diffuso le sue stime sulla temperatura globale nel 2017. Numeri che tracciano un quadro peggiore del previsto, perché dicono che quello appena finito è stato il secondo anno più caldo mai registrato, appena dietro a un soffocante 2016, “avvantaggiato” però dal fenomeno climatico El Niño. I segnali evidenti del cambiamento climatico pesano sempre di più sull’aumento delle temperature planetarie: dagli incendi alla fusione dei ghiacci in Artico, fino agli eventi estremi come uragani, siccità o inondazioni.

Copernicus ha dichiarato che la colonnina di mercurio ha raggiunto mediamente i 14.7 °C sulla superficie terrestre, segnando un preoccupante +1.2 °C rispetto al periodo precedente la rivoluzione industriale. Ciò significa, tra le altre cose, che i margini di manovra per contenere il riscaldamento globale entro i +1,5 °C da qui a fine secolo sono paurosamente stretti.

L’anno scorso, il più caldo se non si considera l’apporto di El Niño al record del 2016, scalza dal secondo posto del podio il 2015, in una classifica sempre più sorprendente che ha visto registrare ben 16 dei 17 anni più caldi dopo il 2000.

 

>> Leggi anche: Anche il 2018 sarà all’insegna del riscaldamento globale <<

 

Lo studio di Copernicus è in linea con una proiezione dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) che a anno più caldonovembre aveva ipotizzato per il 2017 il secondo o il terzo posto nella classifica degli anni più bollenti. L’OMM pubblicherà la sua revisione delle temperature per il 2017 entro un paio di settimane, attingendo anche ai dati di Copernicus oltre a quelli delle agenzie statunitensi, britanniche e giapponesi.

Nel 2018, sebbene le temperature globali resteranno alte, il Met Office britannico non si attende un nuovo record. A temperare quel tanto che basta il riscaldamento globale sarà l’effetto del fenomeno meteorologico opposto ad El Niño, cioè la Niña. Il termometro, dunque, quest’anno si attesterà mediamente tra 0.88 e 1.12 gradi al di sopra del periodo di riferimento (1850-1900), il che corrisponde ad un aumento compreso tra 0,28 e 0,52 °C rispetto all’altro termine di paragone che abbiamo, cioè la media 1981-2010, che era di 14,3 °C.

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2 Commenti

  1. Sarebbe davvero auspicabile che enti seri approfondissero con studi scientifici e ricerche specifiche l’impatto che le emissioni del traffico aereo hanno sull’atmosfera, sul clima e sugli ecosistemi, compreso l’uomo. Ormai da un anno e mezzo si può osservare quotidianamente una coltre di nuvole artificiali prodotte dal traffico aereo. Non è pensabile che tutto ciò non abbia impatto sul clima. Codiali saluti.

  2. @Michela Timossi. Oltre alle nuvole artificiali (scie di vapor d’acqua o ghiaccio) bisogna pensare a ciò che non si vede. L’alterazione del clima che stiamo vivendo è infatti dovuta soprattutto alle emissioni di anidride carbonica dovuta alla combustione del carburante nei motori: la CO2 è un gas purtroppo invisibile ma che altera pesantemente le condizioni del pianeta, aumentando l’effetto serra naturale. Tra l’altro la nuvolosità dovuta agli scarichi aerei in piccola parte compensa gli effetti dell’anidride carbonica schermando un po’ di luce solare… Quella del clima è materia non semplice e sono molti gli studi che si fanno sul tema. Può seguire quel che accade consultando per esempio la rubrica su Le Scienze a cura di Antonello Pasini del Cnr.

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