La Cina irrigidisce i limiti di PM2.5

Pechino decide di irrigidire i livelli di PM2.5 permessi. Pericoloso inquinante, il particolato fine è presente in alta percentuale nell’aria del nord industriale della Cina

(Rinnovabili.it) – La Cina inasprirà gli standard relativi all’inquinamento dell’aria concentrandosi anche su monitoraggi costanti che valuteranno attentamente i livelli delle sostanze dannose. In particolare verrà messo sotto indagine il PM2.5 (particolato fine), un fattore responsabile di malattie polmonari, attacchi cardiaci e della fastidiosa foschia atmosferica, che verrà aggiunto ad una lista di indicatori di qualità dell’aria non appena verrà compilata la revisione delle norme nazionali in fatto di smog.

Queste polveri ultrasottili in Cina rappresentano pià della metà delle polveri di derivazione industriale prodotte nel nord del paese e gli attuali indici di inquinamento ne celano le percentuali e quindi la pericolosità, mettendo a rischio la salute dei cittadini che si trovano a convivere con un’aria che definiscono densa e irrespirabile. “Al momento, i sentimenti della popolazione sulla qualità dell’aria sono diversi rispetto ai dati del monitoraggio” ha affermato il vice ministro Zhou Jian “Per evitare la foschia dovremo migliorare gli standard di qualità dell’aria il più presto possibile, includendo il PM2.5.”

Partendo da una selezione di città, l’indice riveduto di PM2.5 permesso potrebbe essere presto introdotto a livello nazionale nell’ambito del piano quinquennale, accanto all’attenzione posta all’inizio dell’anno del governo nei riguardi della riduzione dei livelli di azoto. La maggior parte del PM2.5 viene rilasciato dalle automobili ed è talmente sottile da riuscire ad accumularsi nei polmoni con estrema facilità, arrivando ad intaccare anche il sistema circolatorio.

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