United in Science 2020: così il mondo si avvia al punto di non ritorno

Le concentrazioni di CO2 in atmosfera sono a livelli record, gli inquinanti stanno tornando ai livelli pre-Covid e le temperature globali continuano a crescere: il nuovo report delle Nazioni Unite sottolinea, ancora una volta, che il tempo per l’inazione è finito

United of Science 2020
Foto di Leo_65 da Pixabay

United in Science 2020 presenta una valutazione puntuale dello stato di salute della Terra

(Rinnovabili.it) – Il riscaldamento globale potrebbe superare la soglia chiave di più 1,5 gradi Celsius già entro il 2024, raggiungendo il primo punto di non ritorno climatico molto prima del previsto. A suonare ancora una volta questo campanello d’allarme è l’ONU che, attraverso il report United in Science 2020, cerca di mettere nuova pressione ai decisori politici.

Mentre il mondo è ancora impegnato a contrastare la disastrosa diffusione del SARS-CoV-2, le Nazioni Unite puntano nuovamente i riflettori sul climate change per ricordare a tutti di non abbassare la guardia. “Sia che si tratti di affrontare una pandemia o la crisi climatica, è chiaro che abbiamo bisogno di scienza, solidarietà e soluzioni decisive”, ha commentato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. “Dobbiamo scegliere: continuare come al solito, andando incontro a ulteriori calamità; oppure utilizzare il recupero dal COVID-19 per fornire una reale opportunità per mettere il mondo su un percorso sostenibile”.

Il rapporto United in Science 2020 è stato compilato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) sotto la direzione del Segretario generale ONU per riunire gli ultimi aggiornamenti in ambito delle scienze climatiche. Una altre parole il documento mette assieme le ultime relazioni firmate da WMO, Global Carbon Project (GCP), la Commissione oceanografica intergovernativa dell’UNESCO (UNESCO-IOC), il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC), il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e Met Office. 

Il cambiamento climatico non accenna a diminuire 

In uno dei suoi capitoli chiave, il rapporto afferma che la concentrazione atmosferica di anidride carbonica non hanno mostrato “segni di picco”. Al contrario, i livelli continuano a crescere, aggiungendo di anno in anno nuovi record. Le stazioni della rete WMO Global Atmosphere Watch hanno riportato concentrazioni superiori a 410 parti per milione durante la prima metà del 2020, con Mauna Loa (Hawaii) e Cape Grim (Tasmania), rispettivamente, a 414,38 ppm e 410,04 ppm a luglio 2020. 

Nel frattempo, ampie zone della Siberia sono state vittime di un’incredibile e prolungata ondata di caldo. Una situazione solo apparentemente eccezionale. La temperatura terrestre media globale per il periodo 2016-2020 è, infatti, ad oggi tra le più elevate rispetto qualsiasi periodo equivalente mai registrato. Attualmente si stima che sia di 1,1°C sopra di livelli pre-industriali e di 0,24°C sopra la media del 2011-2015.

I cambiamenti che stanno avvenendo nel nostro sistema climatico hanno iniziato ad avere un impatto consistente sul pianeta. Impatto che è destinato a crescere. Il rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo idrico nel mondo (UNESCO, 2019) elenca tre principali effetti determinati dal climate change: un aumento dei disastri legati all’acqua, un incremento delle aree che soffrono di stress idrico e un aumento dei decessi correlati alla scarsa qualità delle fonti idriche.

“Mentre lavoriamo per affrontare sia la pandemia di COVID-19 che la crisi climatica, esorto i leader a prestare attenzione ai fatti in questo rapporto, a unirsi in nome della scienza e a intraprendere un’azione urgente per il clima”, ha aggiunto Guterres, esortando i governi a preparare nuovi e ambiziosi piani nazionali sul clima, i Nationally Determined Contributions (NDC), prima della COP26. “Solo così costruiremo un futuro più sicuro e sostenibile”. 

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