Impatto ambientale in calo per i metalli pesanti

Emissioni significativamente diminuite nel corso degli ultimi vent’anni, grazie alla messa al bando del piombo dalle benzine e ai miglioramenti tecnologici

(Rinnovabili.it) – La lotta ingaggiata dall’Europa nei confronti dell’inquinamento da metalli pesanti sta dando i primi frutti. Emissioni in riduzione e una maggiore consapevolezza rasserenano un panorama che non è tuttavia esente da criticità e allarmi. A dipingerne il quadro è stata la sedicesima edizione dell’Ichmet (Conferenza internazionale sui metalli pesanti nell’ambiente) ospitata quest’anno dall’Italia e organizzata dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Iia-Cnr) in collaborazione con università ed enti di ricerca internazionali.

L’evento ha messo in luci i positivi risultati ottenuti nel campo da progresso scientifico e normativo. Come spiegato da  Nicola Pirrone, direttore dell’Iia-Cnr, il significativo calo delle emissioni di metalli pesanti nel corso degli ultimi vent’anni è merito soprattutto della messa al bando del piombo dalle benzine e dai miglioramenti tecnologici nel controllo delle emissioni in atmosfera e rilascio nelle acque reflue industriali. “In Europa – ha commentato  Pirrone – le emissioni in atmosfera di cadmio ammontano oggi a circa 75 tonnellate annue (dato del 2010), con una riduzione di circa il 60% dal 1990, e giungono prevalentemente da impianti di produzione siderurgici ed energetici. Nello stesso arco temporale si sono registrate riduzioni di circa la metà delle concentrazioni in atmosfera, mentre le emissioni di piombo sono scese da 25.000 a 6.000 tonnellate circa, una riduzione dell’87% cui ha fatto riscontro quella di circa il 60% delle concentrazioni in aria”.

I confortanti risultati non devono però fare abbassare la guardia, avverte il direttore dell’Iia, non solo perché in Italia esistono ancora una cinquantina di Sin (Siti di interesse nazionale), per i quali sono stati riscontrati fattori di inquinamento ambientale particolarmente significativi ma anche perché “alcuni di questi metalli sono soggetti a bioaccumulo, cioè permangono nell’organismo per tempi lunghi, e biomagnificazione, per cui la quantità di inquinante aumenta all’aumentare della massa corporea”.

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