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Cambiamento climatico, il Sud del mondo chiede più impegno alla Cop26

I Least Developed Countries chiedono ai paesi con economie avanzate di fare realmente la loro parte e assumersi la responsabilità di essere i primi contributori del cambiamento climatico. Cinque le richieste, tra cui rispettare le promesse sulla finanza climatica e introdurre un meccanismo di loss and damage

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Credits: Tuan Hoang da Pixabay

L’appello dei paesi LDC per alzare l’ambizione nel contrasto al climate change

(Rinnovabili.it) – Le decisioni sul cambiamento climatico prese al G7 in Cornovaglia e al G20 Finanze di Venezia non hanno impressionato – né convinto – gli LDC (Least Developed Countries), i paesi meno sviluppati. Che con un appello pubblicato dal Guardian chiedono agli Stati con le economie più avanzate di alzare l’ambizione climatica in vista della Cop26.

“Nonostante il Covid abbia comprensibilmente preso i titoli dei giornali, il cambiamento climatico è peggiorato nell’ultimo anno poiché le emissioni continuano ad aumentare e le vite e i mezzi di sussistenza soffrire in prima linea”, argomenta Sonam P Wangdi del Bhutan, che è il presidente del gruppo dei paesi meno sviluppati alla Cop26. “Noi paesi vulnerabili non chiediamo molto, solo che i paesi più ricchi, che hanno causato questo problema, si assumano la responsabilità tagliando le proprie emissioni e mantenendo la promessa di aiutare coloro che le loro emissioni hanno danneggiato”.

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Cinque le richieste ai paesi più sviluppati per rimettere gli sforzi sul contrasto al cambiamento climatico sui binari giusti. Il gruppo LDC chiede di pubblicare i piani climatici e di rafforzare l’ambizione con misure concrete entro il 2030. Poi di rispettare la promessa sulla finanza climatica, fornendo 100 miliardi l’anno ai paesi più poveri.

Ma anche di supportarli sul fronte dell’adattamento al climate change e agli eventi climatici estremi. Una richiesta spinosa la quarta, che  in tutte le Cop precedenti è stata messa da parte: un meccanismo di loss and damage per i paesi più poveri. Infine, implementare finalmente da cima a fondo l’accordo di Parigi mettendo le ultime rifiniture al Rulebook.

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“I paesi sviluppati non stanno attualmente facendo sentire il loro peso o mantenendo le promesse sui loro obblighi di fornire finanziamenti per il clima”, sottolinea Tanguy Gahouma-Bekale del Gabon, che è il presidente del gruppo di negoziatori dell’Africa. “Come ogni negoziazione, devi avere fiducia che gli impegni e gli impegni saranno rispettati. Nel 2009 e nel 2015 hanno promesso di fornire finanziamenti per il clima entro il 2020. Eppure questo deve ancora essere raggiunto e non abbiamo un piano chiaro per raggiungerlo”.

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