Rinnovabili • temperature gennaio Rinnovabili • temperature gennaio

Copernicus, temperature gennaio 2020: è stato il mese più caldo mai registrato

Stando ai dati raccolti dal Copernicus Climate Change Service, il mese appena passato ha segnato un altro "caldo" primato nel Vecchio Continente

temperature gennaio
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Largamente sopra la media, le temperature di gennaio 2020 confermano purtroppo il trend negativo degli ultimi 5 anni

(Rinnovabili.it) – Quello appena conclusosi è stato il gennaio più caldo mai registrato in Europa. Un nuovo record, che supera di 0,03 gradi le temperature registrate a gennaio 2016, a cui fino a ieri apparteneva il picco di temperature. 

In Europa, il termometro ha segnato in media 0,2 gradi in più rispetto al secondo gennaio più caldo, quello del 2007, e 3,1 gradi in più rispetto alla media dei mesi di gennaio del periodo 1981-2010. Numeri che purtroppo confermano il trend degli ultimi 5 anni, i più caldi mai registrati.
I dati sono stati diffusi ieri dal Copernicus Climate Change Service (C3S) che ha condotto l’analisi insieme al Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf) per conto dell’Unione Europea.

A soffrire maggiormente sono stati nel dettaglio i Paesi del nord, dalla Norvegia alla Russia, dove le temperature a gennaio hanno superato di 6 gradi il benchmark degli ultimi 30 anni. 

 

Il record spetta in questo caso al villaggio di Sunndalsora, nella Norvegia occidentale, dove il 2 gennaio 2020 le temperature di gennaio hanno sfiorato i 19 gradi, cioè 25 gradi al di sopra della media mensile.
Temperature eccezionali si sono registrate anche in quasi tutta la Russia, dove per la prima volta le medie sono salite sopra lo zero con picchi a Mosca e San Pietroburgo di 9,4 gradi. Discorso simile per gran parte degli Stati Uniti, del Canada orientale, del Giappone e alcune regioni della Cina orientale.
In Australia le alte temperature hanno alimentato gli incendi responsabili della devastazione di ampie aree dello stato. Ciò ha ulteriormente contribuito all’aumento delle concentrazioni atmosferiche di CO2, i cui livelli sono i più alti toccati da almeno 800.000 anni.

Leggi anche: “Nel 2020 temperature globali superiori di 1,1°C alla media pre-industriale”

 

Il Copernicus Climate Change ha registrato anomalie anche a livello delle precipitazioni.
In Europa il gennaio 2020 è stato meno piovoso della media, con l’eccezione della Norvegia e nelle regioni tra il nordest della Spagna e il sud della Francia. Al contrario, nell’emisfero sud del Pianeta diversi Paesi, tra cui l’Australia dell’ovest, il Madagascar e il Mozambico, hanno registrato piogge molto più frequenti. Per quanto riguarda i Poli, sia l’Artide che l’Antartide hanno dovuto fare i conti con coperture di ghiaccio sotto la media del periodo di riferimento.

Leggi anche: “Stato del Clima: il 2019 sul podio degli anni più caldi della storia”