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Il mare non filtra tutti i PFAS che riceve ma li rispedisce al mittente

Finora si è pensato che l’Oceano facesse il “lavoro sporco” di accumulare e diluire i PFAS che gli arrivano dai fiumi. Non è così.

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Foto di ameenfahmy su Unsplash

I ricercatori dell’Università di Stoccolma hanno scoperto che la risacca è fonte sostanziale di PFAS

(Rinnovabili.it) – “Il mare ha questa capacità”, scrive un best seller contemporaneo come Carlos Ruiz Zafòn, “restituisce tutto dopo un po’ di tempo, specialmente i ricordi”. In questo caso invece, i ricercatori dell’Università di Stoccolma hanno scoperto che restituisce anche i PFAS.

I cosiddetti “forever chemicals” vengono infatti riemessi nell’aria dalle onde oceaniche con una frequenza sorprendente. Nello studio pubblicato su Science Advances, gli esperti hanno sfatato l’idea che i nostri mari diluiscano i PFAS che gli arrivano dal flusso fluviale. Quello che fanno, invece, è spingere nuovamente a riva queste sostanze tossiche. I livelli di riemissione dovuti alla risacca, dicono gli svedesi, possono essere paragonabili o superiori a quelli di altre fonti.

I PFAS possono bioaccumularsi nell’organismo umano e sono stati associati a una diminuzione della fertilità, riduzione dello sviluppo nei bambini, aumento del rischio di alcuni tipi di cancro e altri effetti negativi sulla salute. Commercializzate a partire dagli anni ’50, le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche sono diventate un rompicapo. I processi naturali faticano a degradarle, e così si accumulano nell’ambiente e nel nostro corpo.

Per mettere in discussione la convinzione comune che gli oceani fossero una discarica “passiva” di PFAS, il team di Stoccolma ha condotto esperimenti sull’Oceano Atlantico, osservando che i composti tossici vengono riportati nell’aria, trasportati anche per lunghe distanze e infine depositati di nuovo sulla terra. Le concentrazioni rilevate nelle particelle d’aria superano di oltre 100 mila volte quelle nell’acqua di mare.

Due ricercatori hanno lavorato per due mesi su una nave, conducendo esperimenti sul campo con un simulatore di spruzzi generati dal moto ondoso ideato da loro stessi. I nuovi dati pongono grossi interrogativi alla politica. I PFAS hanno un impatto significativo sulla salute nelle regioni costiere, con prove raccolte in Danimarca che indicano il mare come fonte primaria di inquinamento. L’aspettativa, dunque, è che siano proprio le regioni costiere a subire l’impatto maggiore della contaminazione.

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