Rinnovabili • inquinamento da microplastica

Un chiaro via libera per tagliare del 30% l’inquinamento da microplastica

Il disastro ambientale di gennaio in Galizia ha spinto ad approvare a grande maggioranza le norme contro l’inquinamento da microplastica

inquinamento da microplastica
Foto di OCG Saving The Ocean su Unsplash

Manca un voto finale del Parlamento UE, ma le proposte contro l’inquinamento da microplastiche sono ormai avviate

(Rinnovabili.it) – La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha adottato proposte volte a prevenire le perdite di minuscoli frammenti di plastica lungo tutta la filiera, con l’obiettivo di raggiungere zero perdite per contrastare l’inquinamento da microplastica.

I deputati della Commissione hanno approvato il testo con 71 voti a favore, 5 contrari e un’astensione. Il loro parere influenzerà con tutta probabilità quello della plenaria. La richiesta è ampliare la definizione di pellet di plastica per includere polveri, cilindri, perline e scaglie utilizzati nella produzione e nel riciclo.

Nel suo piano d’azione del 2021, infatti, la Commissione UE ha proposto che, entro il 2030, avvenga una riduzione del 30% i rilasci di microplastica nell’ambiente. In Europa, secondo i dati diffusi da Strasburgo, si producono annualmente circa 57 milioni di tonnellate di pellet. Nel 2019 sono state disperse nell’ambiente tra le 52 mila e le 184 mila tonnellate di pellet. Tuttavia, un’influenza sul voto potrebbe averla avuta il disastro ambientale sulle coste della Galizia, nel nord-ovest della Spagna. Qui tra dicembre e gennaio milioni di granuli di plastica sono stati sversati in mare e hanno raggiunto le spiagge, trasportati dalle correnti dell’Atlantico dopo un incidente ha perso 6 container in acque portoghesi.

Le nuove norme per tamponare le perdite di microplastica

La catastrofe ha probabilmente aumentato l’attenzione già forte verso il tema. Secondo le nuove norme, gli enti che manipolano granuli di plastica devono evitare le perdite e ripulire prontamente eventuali sversamenti. Gli operatori economici che gestiscono oltre 1000 tonnellate all’anno devono elaborare piani di valutazione del rischio, con scadenze che variano in base alla dimensione dell’impresa. I contenitori di stoccaggio e trasporto per dei frammenti di plastica devono essere chiaramente contrassegnati con pittogrammi che indicano potenziali pericoli e la necessità di prevenire lo sversamento. Tra le misure aggiuntive proposte vi è anche un rapporto sulla tracciabilità chimica, programmi di formazione obbligatori per le imprese e procedure standardizzate per il monitoraggio delle perdite.

La riunione plenaria del Parlamento Europeo è prevista per il 24 aprile e sarà un momento chiave per l’iter di approvazione della legge, anche se il passaggio finale spetterà all’assise che si creerà dopo le elezioni di giugno.