E' stata presentata al Parlamento europeo la riforma della politica agricola comunitaria. Si punta ad un uso più efficiente delle risorse e al rispetto dell'ambiente al fine di risollevare un settore agricolo in crisi
La riforma si propone di aiutare gli agricoltori, a partire dal 2013, ad uniformarsi alle nuove esigenze di mercato, assicurando un approvvigionamento alimentare sempre più sostenibile. A tale scopo la nuova Pac punta a garantire un sostegno più equo, fino ad un massimo di 300 mila euro l’anno, che verranno distribuiti fra aziende, regioni e Stati membri; aiutare gli agricoltori a fronteggiare i periodi di crisi economica; riservare il 30% dei pagamenti della Pac a quelle aziende che attuano pratiche ecologiche, come la diversificazione delle colture, la conservazione dei pascoli permanenti, la salvaguardia delle riserve ecologiche e del paesaggio. Inoltre la riforma mira a sfruttare al meglio ricerca e innovazione mediante maggiori investimenti nelle R&S in campo agricolo, con circa 4,5 miliardi di euro destinati al settore. Tra gli obiettivi rimane al vertice la protezione dell’ambiente, includendo nello sviluppo rurale la lotta ai cambiamenti climatici e l’uso efficiente delle risorse, anche grazie all’impiego di tecnologie innovative e nuove tecniche agronomiche, implementanto ai fondi europei finanziamenti nazionali pari al 50% del valore di progetti; Avrà un ruolo importante anche la lotta alla desertificazione, per le quali verranno stanziate risorse integrative a favore degli agricoltori che operano in aree con difficili condizioni naturali. La riforma si propone inoltre di aiutare i giovani agricoltori, promuovere l’occupazione rurale e l’imprenditorialità, nonché di ridurre la burocrazia per rafforzare la posizione comparto. Il programma sarà però possibile solo attraverso lo stanziamento di fondi più efficaci, mirati a rendere gli imprenditori più competitivi sul mercato, che tra il 2013 e il 2019 passerà ad avere un valore di circa 59,9 miliardi di euro. La nuova Pac prevede però una riduzione degli incentivi del 6% dal 2014 al 2020, diminuzione che potrebbe influenzare negativamente l’Italia che vedrà ridursi i fondi destinati al settore agricolo di circa 285 milioni di euro l’anno, con il rischio di suscitare il malcontento di molte associazioni del comparto tra cui vengono citate Coldiretti e Confagri.