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La plastica sta facendo ammalare i coralli in tutto il mondo

Frammenti di plastica viaggiano per gli oceani e si depositano spesso sulle barriere coralline. Essendo vettori di microbi dannosi, le stanno soffocando

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Ormai tutte le barriere coralline sono inquinate dalla plastica

 

(Rinnovabili.it) – Non c’è soltanto l’aumento delle temperature oceaniche a minacciare le barriere coralline. Un altro e forse più evidente fattore di inquinamento contribuisce a soffocare questi meravigliosi ecosistemi: la plastica. Sono miliardi i frammenti impigliati nei coralli di tutta la regione dell’Asia-Pacifico, dalla Thailandia all’Australia. Lo afferma un team di scienziati provenienti da diversi paesi. Gli esperti hanno esaminato 159 barriere coralline dal 2011 al 2014, e i risultati del campionamento non sono incoraggianti: i rifiuti plastici sono un’altra fonte di pressione sui coralli, già in sofferenza per le attività di pesca, l’inquinamento dell’acqua e il riscaldamento globale.

Joleah Lamb, ricercatrice della Cornell University e prima autrice dello studio, ha detto alla Reuters che «i coralli sono animali come noi e hanno dei tessuti molto sottili che possono essere tagliati e feriti, specialmente se incisi da un oggetto coperto da ogni tipo di microrganismi». La plastica spesso funge da “zattera” per alcuni microbi, che dopo un viaggio in mare si depositano sui coralli facendoli ammalare. La presenza di rifiuti pastici, infatti, aumenta la probabilità di malattia di circa 20 volte, arrivando fino all’89% per i coralli a diretto contatto, rispetto al 4% di probabilità che si riscontra invece in aree prive di questi materiali.

 

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La ricerca ha individuato la maggior parte dell’inquinamento da rifiuti plastici in Indonesia, con circa 26 frammenti ogni 100 metri quadrati di barriera corallina. La zona a minor densità è quella della Grande Barriera australiana, su cui sono in vigore controlli più severi. Nei reef della regione Asia-Pacifico, tuttavia, complessivamente si stima un totale di 11,1 miliardi di oggetti in plastica, tra cui sacchetti per la spesa, reti da pesca, pannolini e bustine di tè. Secondo le proiezioni, i numeri potrebbero salire del 40% entro il 2025, poiché l’inquinamento marino peggiora costantemente. Già oggi coinvolge anche le barriere più remote.

Per questo, gli esperti hanno sollecitato maggiori restrizioni da parte della politica. A dicembre, quasi 200 nazioni hanno concordato di limitare l’inquinamento degli oceani con rifiuti di materie plastiche. Senza interventi drastici, entro il 2050 potremmo trovare più plastica che pesci nel mare.

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