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SDG, in Italia sostenibilità in chiaroscuro: bene consumi energetici e salute, male istruzione e parità di genere

Il report dell'istituto statistico nazionale redatto secondo i 17 Goal di sostenibilità dell'ONU fotografa situazioni ambivalenti nel Bel Paese

istat sostenibilitàIl Sustainable Development Goals (SDG) identifica gli ambiti in cui ogni Paese è chiamato a impegnarsi per garantire uno sviluppo sostenibile

 

(Rinnovabili.it) – Negli ultimi 5 anni, l’Italia ha registrato moderati miglioramenti in indicatori di sostenibilità come la produzione e il consumo di energie rinnovabili, la qualità del cibo e la diffusione di agricoltura organica, la parità di genere e l’offerta formativa di qualità: è la fotografia scattata dal secondo rapporto Sustainable Development Goals (SDG) dell’Istat, che ha modellato le proprie rilevazioni sui 17 obiettivi dell’Agenda 2030 varata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite finalizzati all’eliminazione della povertà, alla protezione del Pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa.

 

Goal 1 – Sconfiggere la povertà

 

In diminuzione la percentuale di persone a rischio di povertà o esclusione sociale: in Italia, coinvolge circa 17 milioni e 407 mila individui (il 28,9% della popolazione nel 2017, in diminuzione rispetto al 30% del 2016), un dato sensibilmente sopra la media europea che si attesta al 22,4% della popolazione (circa 113 milioni di cittadini comunitari).

 

Goal 2 – Sconfiggere la fame

 

Aumentano i terreni dedicati all’agricoltura biologica, soprattutto nel Mezzogiorno dove sono localizzati 2/3 dei 2 milioni di ettari messi a coltura nel 2017 (+6,3% rispetto all’anno precedente; +70% rispetto al 2010). Al contempo diminuisce l’impiego di fitofarmaci (13 kg/ha, -20% sul 2010) mentre resta stabile quello dei fertilizzanti (ca. 500 kg/ha).

Dal 2016 crescono le emissioni di ammoniaca, tornate ai livelli del 2010, mentre continua a diminuire l’indice di orientamento all’agricoltura della spesa pubblica (da 0,38 a 0,22 punti fra 2010 e 2017), in direzione contraria a quella auspicata dall’Agenda 2030.

 

Goal 3 – Salute e Benessere

 

Buoni tutti gli indicatori di settore: dalla mortalità infantile (con tassi tra i più bassi in Europa) alla diffusione di malattie tumorali, dall’incidenza di infezioni da HIV fino alla prospettiva di buona salute alla nascita che, nel 2017, raggiunge i 58,7 anni di età in Italia.

 

Goal 4 – Istruzione di qualità

 

Situazione in chiaroscuro: l’Italia resta tra gli ultimi Paesi europei per numero di laureati (appena il 27,9% dei giovani tra 30-34 anni; in Ue fa peggio solo la Romania), tasso di abbandono (salito nel 2018 al 14,5%) e competenze.

 

Goal 5 – Parità di genere

 

Diminuisce la violenza sulle donne, ma aumenta la gravità delle aggressioni, mentre rimane drammaticamente stabile il dato sulla violenza estrema.

Allo stesso tempo rimane consistente il divario rispetto al lavoro domestico e di cura non retribuito, con le donne che impiegano 2,6 volte più tempo degli uomini.

Dopo oltre 10 anni di crescita, tra il 2004 e il 2015, nell’ultimo triennio cala anche il tasso di occupazione delle donne con figli in età prescolare, con particolare riferimento al Mezzogiorno.

 

Goal 6 – Acqua pulita e servizi igienico sanitari

 

Da una parte la quasi totalità della popolazione ha accesso a servizi idrici e igienici, dall’altra il report Istat segnala carenze, sprechi e disservizi dovuti all’inefficienza delle infrastrutture.

L’Italia registra il maggiore prelievo di acqua per uso potabile pro capite tra i Paesi Ue: 156 metri cubi per abitante nel 2015.

L’efficienza della rete di distribuzione è in peggioramento con una quota di acqua immessa in rete che arriva agli utenti finali in calo dal 62,6% nel 2012 al 58,6% nel 2015.

 

Goal 7 – Energia pulita e accessibile

 

Sul versante energetico, il nostro Paese si conferma tra i migliori in Europa: da una parte diminuisce l’intensità energetica primaria (da 113,2 tonnellate di petrolio per mille euro di Pil nel 2006 a 98,4 tonnellate nel 2016), dall’altra aumenta la quota di consumo da fonti rinnovabili. Già nel 2014, l’Italia ha raggiunto l’obiettivo nazionale fissato per il 2020 del 17% di consumo da fonti rinnovabili, quota che nel 2017 è arrivata a toccare il 18,3%.

 

Goal 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica

 

Cresce il Pil reale pro capite negli ultimi 3 anni (+1% nel 2018), ma rimane stazionario il valore aggiunto per occupato. Nel 2018, la disoccupazione cala al 10,6%, eppure la quota di giovani che non hanno e non cercano un lavoro, i cosiddetti NEET, risulta essere la più alta in Europa (30,9% dei giovani tra i 25 e i 29 anni).

 

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Goal 9 – Imprese, Innovazione, Infrastrutture

 

Cresce il settore manifatturiero, ma risulta ancora latente quello di Ricerca e Sviluppo, dove l’Italia paga ancora un consistente gap in termini di risorse umane ai leader europei come Germania e Francia.

 

Goal 10 – Ridurre le disuguaglianze

 

Un indicatore che registra la differenza nella percentuale di crescita tra fasce di popolazione con redditi alti e bassi non può che registrare il saliscendi dovuti alla crisi economica: la disuguaglianza del reddito disponibile ha raggiunto il minimo nel 2007 (5,2) e il massimo nel 2015 (6,3) per poi ridiscendere a 5,9 nel 2016.

 

Goal 11 – Città e comunità sostenibili

 

Un obiettivo che registra una varietà di indicatori: dall’inquinamento atmosferico da particolato, in crescita negli ultimi due anni, soprattutto a causa delle condizioni atmosferiche e della scarsità di piogge alla raccolta di rifiuti, con il conferimento in discarica in continua diminuzione (23,4% del totale nel 2017).

Allo stesso tempo, nel 2018, il 32,4% delle famiglie dichiara di avere molta o abbastanza difficoltà di collegamento con i servizi pubblici nella zona in cui risiedono, anche se la popolazione che vive in abitazioni sovraffollate è in leggero calo (27,1%).

 

Goal 12 – Consumo e produzione responsabili

 

Torna ad aumentare il consumo di risorse naturali: dopo essersi ridotto del 50% tra il 2000 e il 2014, oggi in Italia si consumano 8,2 tonnellate pro capite e 0,31 tonnellate ogni mille euro di Pil.

Ancora sotto l’obiettivo previsto per il 2012, la quota di rifiuti oggetto di raccolta differenziata che risulta comunque raddoppiata tra il 2004 e il 2017.

 

Goal 13 – Lotta contro il cambiamento climatico

 

In Europa, le emissioni pro capite di gas serra e altri gas climalteranti registrano una lieve diminuzione tra il 2015 ed il 2016 (8,7 tonnellate). Analoga la flessione in Italia (7,2 tonnellate pro capite).

Tra le attività produttive, la prima responsabile delle emissioni è l’industria manifatturiera (22,1%), segue la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (21,7%). Per la componente famiglie, il “Riscaldamento/raffreddamento” e il “Trasporto” incidono per il 12% ciascuno.

Intanto, aumentano le calamità naturali nel Bel Paese, anche a causa dei cambiamenti climatici.

 

Goal 14 – La vita sott’acqua

 

L’Italia si conferma storicamente uno dei Paesi con più aree marine protette (3.020,5 km quadrati). In controtendenza, invece, il dato sullo sfruttamento degli stock ittici che risultano tutti in genere sovrasfruttati.

 

Goal 15 – La vita sulla Terra

 

Boschi in aumento sul territorio italiano, sia per densità che per biomassa. D’altra parte aumenta il consumo del suolo (14 ettari al giorno nel 2017), con il 7,65% del territorio nazionale coperto da superfici impermeabili.

 

Goal 16 – Pace, Giustizia e Istituzioni Solide

 

Nel 2017 sono stati commessi in Italia 0,6 omicidi ogni 100mila abitanti. Nel corso degli anni il tasso di omicidi di uomini si riduce mentre rimane stabile nel caso delle donne.

 

Goal 17 – Partnership per gli obiettivi

 

Nonostante l’aumento registrato anche nel 2017, la quota di reddito nazionale lordo destinata dall’Italia all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (pari a 0,30) è ancora molto distante dai target del 2030 e sotto il contributo medio dei Paesi del DAC (Development Assistance Committee).

 

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