Legambiente: 10 proposte per far decollare l’economia circolare

Presentate dall’associazione ambientalista 10 proposte pratiche per abbattere tutte quelle barriere che ancora oggi ostacolano il decollo dell’economia circolare in Italia

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Più del 50% delle aziende che investono nell’economia circolare incrementano il livello occupazionale

 

(Rinnovabili.it) – Investire sull’economia circolare conviene alle tasche dello Stato, all’Ambiente e ai Cittadini, ma si tratta di una corsa piena di ostacoli che vanno superati e rimossi. Legambiente lancia una sfida al Governo e al Parlamento proponendo 10 proposte pratiche per abbattere tutte quelle barriere che ancora oggi ostacolano il decollo dell’economia circolare in Italia. Ostacoli principalmente normativi che frenano l’avanzata di un modello di sviluppo economico che considera i rifiuti non come un problema, ma come una risorsa. Dei 165 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, speciali e pericolosi, 55 milioni di tonnellate sono ancora in attesa dei decreti End of Waste, che faciliterebbero invece un loro corretto riciclo, alleggerendo discariche e inceneritori,  scoraggiando al contempo un loro smaltimento illegale.

 

>>Leggi anche Il gap dell’economia circolare: solo 9% delle risorse è riutilizzato<<

 

Tra le dieci misure che Legambiente ha individuato come necessarie per far decollare l’economia circolare ci sono:

1- una norma efficace sull’End of waste;

2- implementare gli impianti per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali, rendendo autosufficienti le regioni,

3- una tariffa puntuale e obbligatoria per ridurre e prevenire la produzione dei rifiuti grazie ai sistemi di raccolta domiciliare, sul modello di quanto già fatto con legge regionale in Emilia Romagna o Lazio;

4- una nuova ecotassa sui rifiuti in discarica basata sui quantitativi pro capite di secco residuo smaltito;

5- un mercato dei prodotti realizzati con le norme relative al Green Public Procurement (GPP) e l’applicazione obbligatoria dei Criteri ambientali minimi (Cam) nelle gare d’appalto;

6- rafforzare il sistema dei consorzi obbligatori;

7- garantire più controlli lungo tutta la filiera dei rifiuti, per combattere concorrenza sleale e traffici illeciti con l’emanazione dei decreti ministeriali della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente formato da Ispra e dalle Arpa

8- controlli a tappeto sul territorio nazionale, per contrastare la vendita dei sacchetti fuori legge, garantire il rispetto del bando dei cotton fioc non compostabili, valutare la regolarità delle fideiussioni degli impianti di gestione rifiuti, etc;

9- l’approvazione in tempi rapidi del disegno di legge Salvamare sulla plastica monouso;

10- abbattere l’uso della plastica per l’ortofrutta nei supermercati.

 

Secondo uno studio condotto da Legambiente e Università di Padova su industria 4.0 e economia circolare, di cui si è parlato questa mattina al convegno “La corsa ad ostacoli dell’economia circolare in Italia”, oltre il 50% delle aziende intervistate, che hanno investito in questo settore, hanno incrementato il livello occupazionale.

 

Il 2018 – ha dichiarato il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafaniè stato l’anno dell’approvazione del pacchetto europeo sull’economia circolare, ma il 2019 dovrà essere un anno determinante per la sua attuazione. Perché questo avvenga è necessario però rimuovere gli ostacoli non tecnologici che nel nostro Paese sono ancora presenti. L’economia circolare non è solo un modo per uscire dalle tante emergenze rifiuti ancora dislocate in Italia, vuol dire creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio, ma bisogna avere il coraggio di andare in questa direzione“.

 

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