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Ecco l’estrazione di metalli preziosi dai RAEE che costa meno e non inquina

Ideato dai ricercatori dell’Illinois, il metodo di estrazione di metalli preziosi dai RAEE utilizza molta meno energia e sostanze chimiche

estrazione di metalli preziosi dai raee
Foto di Brian Wangenheim su Unsplash

Migliorare l’estrazione di metalli preziosi dai RAEE aumenta l’autonomia strategica

(Rinnovabili.it) – Un nuovo metodo di estrazione di metalli preziosi dai RAEE potrebbe aprire la strada al recupero in modo sicuro di importanti risorse per l’industria. Ideato dai ricercatori dell’Università Urbana-Champaign dell’Illinois, la tecnica utilizza molta meno energia e meno sostanze chimiche rispetto ai metodi attuali. 

Sboccia quindi una nuova speranza per oro, palladio, platino e iridio, metalli molto richiesti dall’industria elettronica. Un riciclo sostenibile è la chiave di un approvvigionamento che unisca approccio ecologico e autonomia strategica. I rifornimenti che implicano l’estrazione mineraria, infatti, non sono sostenibili e hanno un’elevata impronta di carbonio. Anche le tecniche di recupero dai RAEE spesso non sono proprio green. Ma è fondamentale trovare risposte. L’oro utilizzato nell’elettronica rappresenta infatti l’8% della domanda complessiva e la gran parte di quello contenuto nei RAEE finisce in discarica.

Lo studio dei ricercatori americani descrive il primo processo di estrazione e separazione di metalli preziosi alimentato interamente dall’energia intrinseca dell’estrazione liquido-liquido elettrochimica. Il metodo utilizza una reazione redox per estrarre selettivamente ioni di oro e metalli del gruppo del platino da un liquido contenente rifiuti elettronici disciolti.

In laboratorio, In laboratorio, il team ha sciolto convertitori catalitici, rifiuti elettronici come vecchi circuiti stampati e ha simulato minerali contenenti oro e metalli del gruppo platino utilizzando un solvente organico. Hanno poi fatto scorrere i componenti elettronici o i minerali disciolti su elettrodi specializzati in tre colonne di estrazione consecutive: una per l’ossidazione, una per la lisciviazione e una per la riduzione

I metalli vengono quindi convertiti in solidi tramite elettrodeposizione, e il liquido residuo può essere trattato per catturare quelli rimanenti e riciclare il solvente organico. Poi si può ripetere l’operazione fino a recupero completo. Un’analisi economica ha mostrato che il nuovo metodo ha un costo inferiore di due ordini di grandezza rispetto ai processi industriali attuali. 

Oltre alla possibilità di essere ripetuto molte volte, il processo è altamente selettivo. Oltre ad  estrarre oro e metalli del gruppo del platino dal flusso, i ricercatori possono anche separarli da altri metalli come argento, nichel, rame e altri ancora, meno preziosi, per aumentare la purezza.