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La vernice autopulente riciclata che purifica l’aria e ti evita di tinteggiare

Ricercatori austriaci e italiani inventano una vernice autopulente riciclata che rimuove i contaminanti dall’aria grazie alla luce solare

vernice autopulente
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 Nanoparticelle di ossido di titanio mescolate alla tintura producono la vernice autopulente

(Rinnovabili.it) – Vorresti dare il bianco una volta e poi mai più? Forse una vernice autopulente realizzata con materiali riciclati potrebbe fare al caso tuo. L’ha inventata un gruppo di ricerca che unisce scienziati austriaci dell’Università tecnica di Vienna, e italiani dell’Università Politecnica delle Marche. Il team ha sviluppato nanoparticelle di ossido di titanio che rendono le pitture murali autopulenti. 

Queste nanoparticelle, aggiunte alle vernici, utilizzano la luce per legare e decomporre le sostanze inquinanti nell’aria. L’ossido di titanio è un cosiddetto fotocatalizzatore, un materiale che consente reazioni chimiche se esposto a una luce adeguata. La radiazione UV crea portatori di carica liberi nelle particelle, che inducono la decomposizione delle sostanze nocive intrappolate nell’aria e il loro rilascio. In questo modo le sostanze inquinanti vengono rese innocue, ma non rimangono permanentemente attaccate alla pittura murale. Il colore della parete rimane quindi stabile a lungo termine. Non solo, ma dà anche un contributo nel purificare l’aria interna agli edifici, che spesso è carica di contaminanti vari.

L’obiettivo però era modificare le particelle in modo tale che l’effetto fotocatalitico potesse essere indotto anche dalla normale luce solare, non solo dall’irradiazione con UV. I ricercatori ci sono riusciti aggiungendo fosforo, azoto e carbonio ricavati da foglie di ulivo secche alle nanoparticelle in ossido di titanio, prese invece da rifiuti metallici. Di conseguenza, le frequenze luminose raccolte dai corpuscoli sono cambiate, innescando la fotocatalisi anche in presenza della semplice luce del sole. Il test ha previsto la verniciatura di una parete con pittura arricchita da queste nanoparticelle e poi il risciacquo con sostanze inquinanti. Il 96% di esse è stato degradato.

Questa innovazione unisce diversi vantaggi, tra cui la riduzione dei materiali inquinanti nell’aria, una maggiore durata della vernice e un minore impatto ambientale nella produzione. Il successo di questa vernice sembra promettente, con nuovi esperimenti in corso e la prospettiva del salto commerciale.