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Al Motorshow il CONOU descrive il ciclo degli oli usati

Nel 2016 44 milioni di auto italiane hanno utilizzato 191 mila tonnellate di lubrificanti, che una volta divenuti oli usati vanno avviati al riciclo per evitare rischi ambientali

oli usati

 

L’importanza di riciclare gli oli usati in uno studio del CONOU

 

(Rinnovabili.it) – Quanto olio lubrificante utilizzano le nostre auto? E perché è importante smaltirlo correttamente? Da queste domande è partito il CONOU, il Consorzio nazionale che gestisce raccolta e trattamento degli oli usati, per lanciare al Motor Show di Bologna la sua nuova ricerca. L’elaborazione – basata sui dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – riguarda il parco auto circolante in Italia e la gestione virtuosa dei lubrificanti a fine vita, considerati rifiuti pericolosi.

Dallo studio emerge come, considerando che ogni auto contiene in media 4 chili di olio lubrificante e sulle strade italiane viaggiano circa 44.300.000 veicoli, nel 2016 le auto italiane hanno utilizzato 191 mila tonnellate do olio. Il 58% è diventato olio usato recuperabile, mentre il rimanente si è consumata durante l’utilizzo. Fortunatamente, il consorzio riesce a gestire quasi il 100% dei lubrificanti a fine vita, perché se fossero smaltiti in maniera scorretta, avrebbero potuto trasformarsi in un potente agente inquinante: bastano 4 chili di olio usato versati in acqua per inquinare irrimediabilmente una superficie grande come un campo di calcio. «Considerando il parco auto circolante in Italia – spiega il CONOU – l’olio lubrificante usato prodotto dalle nostre automobili sarebbe stato in grado di inquinare una superficie di acqua 155.050 kmq», più grande del Mare Adriatico.

 

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La potenziale bomba ecologica viene ogni anno disinnescata con un lavoro capillare di raccolta e avvio a riciclo: il lubrificante usato viene destinato alla rigenerazione, tornando a nuova vita con caratteristiche simili a quelle del prodotto originario. In Italia il 98% degli oli raccolti vengono rigenerati, un dato che fa del nostro paese il leader europeo in questo settore. Altri stati privilegiano ancora la combustione per la creazione di energia termica: la Spagna rigenera il 68% degli oli, la Francia il 60%, la Germania il 50% e il Regno Unito solo il 14%. L’Italia ha già superato, con ben 8 anni di anticipo, la soglia dell’85% prevista dal Pacchetto europeo sull’economia circolare.

Nel 2016 nel nostro Paese sono state avviate a rigenerazione ben 110.400 tonnellate di oli usati provenienti dal settore dell’autotrazione: il 65% di queste (72.000 tonnellate) sono diventate nuove basi lubrificanti, il 12% (13.300 tonnellate) bitume e l’8% (8.800 tonnellate) gasolio.

 

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«Pochi lo sanno – spiega il presidente del CONOU, Paolo Tomasi – ma circa il 30% delle nostre automobili viaggia con olio rigenerato. Come se, ogni 3 anni, il nostro Paese non importasse petrolio per la produzione di basi lubrificanti nuove».

La piccola parte (il 2% circa) che ancora sfugge alla raccolta del Consorzio si concentra sia nel settore industriale sia nel “fai da te” in autotrazione, nautica e agricoltura. Per ridurre al minimo i rischi ambientali del fai da te, è opportuno indossare guanti impermeabili, utilizzare un contenitore resistente agli urti e a chiusura ermetica e non mescolare l’olio con altre sostanze.

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