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In Danimarca il riciclo degli abiti si fa in pentola a pressione

Un team di scienziati danesi ha scoperto un metodo ecologico e funzionale per il riciclo degli abiti composti da tessuti misti

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Foto di Divazus Fabric Store su Unsplash

Il prossimo passo è convincere l’industria chimica a investire nel riciclo degli abiti

(Rinnovabili.it) – L’elastan è un materiale elastico che permette ai tessuti di allungarsi e adattarsi alle forme del nostro corpo. Ma quando le fibre di elastan vengono mescolate con cotone, lana o nylon, il riciclo degli abiti diventa quasi impossibile. Purtroppo, questa è ormai una prassi nell’industria dell’abbigliamento. Il che rende il tessile un settore molto difficile da approcciare secondo principi di economia circolare.

Forse qualcosa potrebbe cambiare, anche grazie al lavoro del Centro interdisciplinare di nanoscienze dell’Università di Aarhus. Un team di scienziati dell’istituto danese ha infatti ideato una nuova tecnologia in grado di separare le fibre nei tessuti misti. Con questo metodo, ad esempio, è possibile rimuovere completamente l’elastan dal nylon. Con il cotone è più complesso, perché alcune fibre vengono degradate durante il processo. Ma potrebbe essere questione di tempo. La logica è “smontare” il tessuto nei suoi componenti originari.

La ricetta per “cucinare” i tessuti misti

Non è facile: gli abiti vengono realizzati avvolgendo le fibre principali, come il nylon o il cotone, attorno alle fibre di elastan, costituite da lunghe catene di molecole. Queste fibre si spezzano solo rompendo queste catene lunghe. I numerosi anelli della catena polimerica sono tenuti insieme da una piccola molecola chiamata diammina. Riscaldando i vestiti a 225 gradi e aggiungendo un alcol specifico, il gruppo di scienziati ha trovato un metodo per rompere i legami dell’elastan. Quando ciò accade, le catene si sfaldano e i materiali si separano. L’intero processo avviene in quella che è a tutti gli effetti una grande pentola a pressione. Qui si mette il tessuto, si aggiunge un po’ di alcol e un po’ di base (idrossido di potassio) per accelerare il processo, si porta a temperatura e si lascia “cuocere” per 4 ore. All’apertura del coperchio, le fibre saranno separate.

La tecnologia non è ancora pronta per il salto su scala industriale. Per ora gli esperimenti hanno permesso di separare i tessuti costitutivi di un solo paio di calze alla volta. Toccherebbe all’industria chimica prendere la tecnica e svilupparla. In Danimarca il settore è residuale, per questo i ricercatori guardano a sud, alla Germania, dove invece hanno sede alcune tra le più grandi multinazionali chimiche. Dopo il successo del loro esperimento, dunque, gli scienziati di Aarhus hanno un compito più difficile: convincere le imprese che sul riciclo degli abiti occorre investire con decisione.

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