Energia elettrica dai rifiuti, la nuova fuel cell del progetto W2G

Grazie alla tecnologia rSOC è possibile convertire i rifiuti in elettricità o usare l’elettricità per produrre combustibile gassoso.

Energia elettrica dai rifiuti
Foto di luctheo da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Produrre energia elettrica dai rifiuti o usare il surplus eolico e fotovoltaico per produrre carburante. Esiste un sistema in grado di effettuare alternativamente entrambe le operazioni. Sono le celle a ossido solido o SOC, tecnologia intrinsecamente reversibile che può, quindi, essere azionate in modalità elettrolisi per produrre combustibile gassoso o in modalità fuel cell per generare elettricità, a seconda delle esigenze. Un solo dispositivo che può essere utilizzato quasi a tempo pieno con meno avviamenti e arresti.

Leggi anche Fuel cell a ossido solido, Bosch punta alle applicazioni stazionarie

Su questa innovazione si è focalizzato il progetto europeo Waste2GridS – W2GRifiuti per le Reti. Condotto da ENEA, insieme a Politecnico di Losanna EPFL, l’Università tecnica della Danimarca e il gruppo industriale Solidpower, W2G ha chiuso in questi giorni i lavori di ricerca. E lo ha fatto portando ad un nuovo livello la tecnologia rSOC (la r indica la reversibilità). Questa soluzione, come spiegano Alessandro Agostini e Claudio Carbone, ricercatori dell’ENEA, da un lato è in grado di fornire un efficace sistema d’accumulo per le rinnovabili non programmabili “consentendo di valorizzare l’eccesso di produzione e di migliorare la gestione e la stabilità del sistema elettrico”. Dall’altro permette di produrre energia elettrica dai rifiuti organici, valorizzando gli scarti organici.

Il lavoro condotto dal team italiano si è concentrato sulla valutazione della potenzialità della tecnologia rSOC a livello nazionale. In particolare l’analisi si è focalizzata su quattro regioni chiave del sud Italia: Molise, Puglia, Basilicata e Calabria, che costituiscono la zona di mercato per l’energia elettrica definita come SUD. “Attualmente l’energia elettrica in eccesso di queste regioni viene trasferita nel resto d’Italia, ma – aggiungono Agostini e Carbone – con la progressiva penetrazione di eolico e fotovoltaico nel mix energetico nazionale, la sovrapproduzione diventerà sempre più complessa da gestire con il rischio di rallentare la diffusione e lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Gli innovativi sistemi rSOC consentirebbero di utilizzare questa sovrapproduzione e, in combinazione con lo sfruttamento dei rifiuti organici, di produrre biometano”.

Leggi anche Fuel cell a ossidi solidi, l’efficienza supera il 65%

Su questa tematica i ricercatori del Dipartimento di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili (TERIN) dell’ENEA hanno pubblicato su Frontiers in Energy Research un articolo scientifico dal titolo: “Potential deployment of reversible solid-oxide cell systems to valorise organic waste, balance the power grid and produce renewable methane: a case study in the Southern Italian Peninsula”.

Articolo precedenteQuanto pesa l’allevamento sulla deforestazione nel mondo?
Articolo successivoE’ strage di attivisti ambientali anche nell’anno dei lockdown

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui