Il Pacchetto energia UE tradisce l’Accordo di Parigi

Target 30% per l’efficienza energetica e sostegno alle fossili. Eliminazione della priorità di dispaccio e riconoscimento del ruolo dei “prosumers”. Il pacchetto invernale di Bruxelles nasce nel segno dell’incoerenza

Il Pacchetto energia UE tradisce l’Accordi di Parigi
Maroš Šefčovičc e Miguel Arias Cañet durante la presentazione del Pacchetto Energia

 

(Rinnovabili.it) – È arrivato oggi come promesso da Bruxelles il Winter Package europeo, il pacchetto energia  con cui l’esecutivo UE mette mano alle norme e alle strategie su rinnovabili, efficienza, mercato elettrico e trasporti. Ribattezzato “Energia pulita per tutti gli europei”, il pacchetto è composto da una lunga lista di documenti, tra proposte di regolamento, aggiornamenti di direttive comunitarie e comunicazioni che disegnano le prossime mosse della Commissione Europea sulla questione energetica.

 

“Le nostre proposte – dichiara Miguel Arias Cañete, Commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia, – forniscono una forte spinta al mercato delle nuove tecnologie, creano le giuste condizioni per gli investimenti, danno maggiore forza ai consumatori, fanno in modo che i mercati dell’energia possano funzionare meglio e contribuiscono al raggiungimento dei nostri obiettivi sul clima”.

 

Il pacchetto energia UE frena le rinnovabili

In realtà di mosse per il clima, in linea con quanto promesso nell’Accordo di Parigi, c’è ben poco. Tra gli elementi più qualificanti del Pacchetto Invernale, motivo d’orgoglio per lo stesso Cañete, l’introduzione di un obiettivo vincolante per l’efficienza energetica: il blocco dovrà ridurre del 30% i consumi energetici entro il 2030. Nessuna modifica invece per il target 2030 delle rinnovabili che rimane al già noto 27%, nonostante l’UE possa contare fin da oggi su una percentuale del 24%. La scelta di non aumentare l’impegno nelle green energy diventa ancora più chiara osservando la proposta di aggiornamento della Direttiva rinnovabili. Nel testo, come preannunciato nei giorni passati, Bruxelles inserisce una misura che colpisce al cuore la priorità di dispaccio: per i paesi con una quota di rinnovabili già ampia nel mix energetico (15%), i nuovi impianti eolici e fotovoltaici non avranno più il diritto di precedenza sulle fossili. La disposizione continuerà a valere solo per le centrali già esistenti e su piccola scala.

 

Compromessi fossili

La strada spianata la avranno invece le fonti fossili, che potranno godere dell’estensione a tutti gli Stati membri del capacity payment, vincolato però a dei precisi limiti emissivi. Gli impianti che parteciperanno al mercato della capacità non dovranno emettere più di 550g di CO2 per kWh prodotto. A conti fatti, la misura dovrebbe escludere gli impianti termoelettrici a carbone più vecchi e meno efficienti, ma dare via libera a tutto il resto.

 

Nuovi obiettivi per i biofuel avanzati

Novità arrivano anche per i biofuel: si ridurrà il target 2030 per quelli di prima generazione al 3,8% dall’attuale 7%, mentre i biocarburanti avanzati avranno il compito di raggiungere il 6,8 per cento nel mix d’alimentazione dei trasporti, dividendo però il ruolo con l’elettricità.

 

Una riforma del mercato elettrico in nome dei prosumers

L’attenzione però è tutta incentrata sui cittadini e sulla ridefinizione del loro ruolo all’interno dell’Energy Union. Bruxelles calca volutamente l’accento su questo aspetto, presentando il pacchetto invernale e la riforma del mercato dell’energia in esso contenuta come lo strumento d’elezione per consentire ai consumatori di avere “un maggior controllo sulle proprie scelte energetiche” e un ruolo più decisivo del processo di decarbonizzazione. “I consumatori europei saranno protagonisti centrali sui mercati dell’energia del futuro – spiega la Commissione – […] avranno la possibilità di produrre e vendere energia autonomamente”. Il primo passo in questa direzione è contenuto nelle misure di revisione del mercato elettrico e prevede di fornire agli europei una migliore informazione sui loro consumi energetici e sui relativi costi. Le proposte amplieranno la diffusione di contatori intelligenti, bollette chiare e condizioni di commutazione più facili.

 

L’esecutivo punta il dito sugli Stati membri dove i prezzi dell’elettricità non seguono la logica domanda e offerta, ma sono regolati dalle autorità pubbliche. Elemento che secondo la Commissione può limitare lo sviluppo di una concorrenza effettiva, scoraggiando gli investimenti e la nascita di nuovi operatori del mercato. Ecco perché nella sua Strategia Quadro dell’Unione Energetica propone di eliminare gradualmente, attraverso tabelle di marcia nazionali, tutti i prezzi regolamentati, puntando a rimuovere qualsiasi intervento pubblico o solo con eccezioni debitamente giustificate. A ciò affianca la richiesta di regole comuni per “prosumer”, norme che rimuovano le attuali barriere all’autoproduzione energetica da fonti rinnovabili.

 

“L’Europa è alla vigilia di una rivoluzione dell’energia pulita. E, proprio come è avvenuto a Parigi, possiamo raggiungere il nostro obiettivo solo se lavoreremo insieme. Con queste proposte, la Commissione ha spianato la strada ad un’economia moderna e più competitiva, ad un sistema energetico più pulito. Ora contiamo sul Parlamento europeo e sugli Stati membri per concretizzarlo”, conclude Cañete.

 

La Commissione europea prevede che il pacchetto invernale mobiliti fino a 177 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati all’anno a partire dal 2021. Se le stime venissero rispettate si produrrebbe un aumento dell’1% del PIL nell’arco del prossimo decennio. Ma il rischio più probabile è che ad aumentare sia anche la temperatura.

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4 Commenti

  1. Non condivido le critiche al provvedimento comunitario sul pagamento delle “capacita’”: e’ ovvio che fino a quando le rinnovabili non programmabili non saranno affiancate da sistemi di accumulo, occorrera’ far buon conto su fossili e nucleare (anche importato). Avanti con la ricerca e meno chiacchiere !

  2. Francamente se si vuole produrre energia elettrica verde bisogna favorire la produzione verde e coloro che investono in questo. Ma da come si evince la politica aiuta sempre gli interessi forti, non è possibile che il pagamento dell’energia elettrica sia diminuito solo perché si è cambiata la fatturazione della medesima suddividendolo in tre parti: noleggio contatore ,dispacciamento e costo vero e proprio del Kilowattora. Se a questo aggiungiamo un contributo maggiore chiesto per il dispacciamento dell’energia che devono pagare i produttori di energia con il fotovoltaico e la richiesta di potere disporre lo stacco dell’impianto da parte dell’ente dell’energia elettrica, si capisce che la voglia di investire in energie alternative scema del tutto. Dei soliti Politici incapaci e irresponsabili, se non diversamente interessati, che cambiano le leggi in corsa d’opera mettendo i molti investitori sul lastrico nessuno più si fida e quindi le energie alternative diventeranno una vera risorsa quando si potrà accumulare l’energia e saltare l’intermediario erogatore di Energia e lo stato che lo protegge, per applicare il fai da te.

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