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La corsa all’oro bianco. Ecco chi punta ai depositi di idrogeno naturale

Alla fine dello scorso anno erano ben 40 le aziende alla ricerca di depositi di idrogeno naturale, rispetto alle sole 10 del 2020

depositi di idrogeno naturale
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Nuova analisi di Rystad Energy sull’H2 bianco

(Rinnovabili.it) – Nell’arcobaleno di colori con cui si etichetta non ufficialmente l’idrogeno, oro e bianco fanno riferimento alla versione geologica del vettore, il cosiddetto “idrogeno naturale“. Nel mondo esistono diversi depositi di idrogeno naturale generato ad esempio dalla reazione dell’acqua con le rocce basaltiche o dalla decomposizione degli ioni ossidrile nella struttura dei metalli. Secondo uno studio dell’US Geological Survey, consultato dal Financial Times, in tutto il mondo esisterebbero circa 5mila miliardi di tonnellate di H2 in riserve sotterranee. La maggior parte è, molto probabilmente, inaccessibile ma poter sfruttare anche solo una piccola porzione di queste fonti ha un grande valore a livello industriale. Ecco perché, nonostante le difficoltà, negli ultimi 6 anni sono aumentati gli studi di settore e un numero crescente di startup e aziende si è gettato nella corsa all’oro bianco.

A fare il punto della situazione è oggi la società di ricerca Rystad Energy, con un nuovo report dedicato all’idrogeno geologico. Il documento mostra come alla fine dello scorso anno, fossero ben 40 le aziende alla ricerca di depositi di idrogeno naturale, rispetto alle sole 10 del 2020. Attualmente questi sforzi esplorativi sono concentrati in Australia, Stati Uniti, Spagna, Francia, Albania, Colombia, Corea del Sud e Canada.

Depositi di idrogeno naturale, perché fanno gola?

Cosa spinge le imprese a sondare il sottosuolo? Essenzialmente un fattore economico. Uno degli elementi più promettenti dell’idrogeno bianco o dorato è proprio il suo vantaggio in termini di costi rispetto alle altre forme (grigio, blu, verde, ecc.). E’ parere diffuso in ambito scientifico che i costi di produzione dell’H2 naturale siano bassi, con cifre che vanno da 0,5 a 1,0 dollari al kg. E non si tratta di previsioni per un futuro a medio termine. Attualmente, il produttore canadese Hydroma estrae già l’idrogeno bianco a un costo stimato di 0,5 dollari al kg. In termini di confronto l’idrogeno grigio costa circa 0,9-3,2 dollari al kg, quello blu tra 1,5-2,9 dollari al kg e quello verde tra i 3,0 e i 7,5 per kg (dati IEA 2019).

Oltre al chiaro vantaggio in termini di costi, l’idrogeno dorato può farsi notare anche per una bassa intensità di carbonio. Il valore dipende ovviamente dal deposito (localizzazione, concentrazione, ecc.) ma in generale un’intensità di 0,37 kg di CO2e per chilogrammo di H2.

Cercare nel sottosuolo

“Sebbene sia ancora agli inizi e con molte incertezze, l’idrogeno bianco ha il potenziale per rappresentare un punto di svolta per il settore dell’idrogeno pulito come risorsa naturale pulita e conveniente, spostando così il ruolo dell’H2 da vettore energetico a parte della fornitura di energia primaria”, commenta Minh Khoi Le, a capo della ricerca di Rystad Energy. “Tuttavia, la dimensione effettiva delle riserve non è ancora chiara e permangono le sfide relative al trasporto e alla distribuzione”.

Come individuare i depositi di idrogeno naturale? Oggi sono disponibili nuove apparecchiature, come le sonde per il rilevamento del gas, in grado di rintracciare l’elemento disciolto nelle formazioni rocciose a profondità di 1.500 metri. E sono già in fase di sviluppo apparecchi per sondare fino a 3.000 metri di profondità.

Estrarre Idrogeno Bianco, un solo progetto operativo nel mondo

Nella corsa all’oro bianco alcune nazioni appaiono ovviamente in vantaggio. Il governo del South Australia ha aggiunto l’idrogeno al suo elenco di sostanze regolamentate nel 2021 e ciò ha portato molte aziende a richiedere permessi di esplorazione nella regione, con la Gold Hydrogen che si è assicurata una licenza quinquennale per sviluppare il suo progetto Ramsay. La società ha riscontrato elevate concentrazioni di idrogeno naturale, fino all’86%, durante la perforazione alla fine del 2023 e oggi prevede di condurre ulteriori perforazioni e di lanciare uno studio pilota di fattibilità.

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I governi di paesi come la Francia e gli Stati Uniti hanno promesso sostegno finanziario per accelerare le iniziative d’esplorazione ed estrazione dell’idrogeno geologico. Attualmente però esiste un solo progetto operativo sull’idrogeno bianco a Bourakebougou, in Mali, che produce circa 5 tonnellate di H2 all’anno. Questo progetto su piccola scala è in funzione da un decennio. La prima produzione europea di idrogeno naturale, invece, dovrebbe iniziare nel 2029.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.