RIU e SEU nel DL Taglia bollette, i punti deboli secondo AEEGSI

In una segnalazione inviata a Governo e Parlamento, l’Authority definisce alcune incertezze di carattere generale rinvenute nel testo

RIU e SEU nel DL Taglia bollette, i punti deboli secondo AEEGSI(Rinnovabili.it) – Anche l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico interviene sulla questione dei nuovi oneri di sistema per l’energia consumata all’interno di RIU (Reti Interne di Utenza) e SEU (Sistemi Efficienti di Utenza). Fin dall’inizio favorevole allo spalma incentivi,una delle misure critiche inserite all’interno del DL Competitività, l’Authority non concorda in pieno invece su quanto predisposto per gli oneri generali di sistema. In una segnalazione inviata a Governo e Parlamento vengono definite alcune incertezze di carattere generale rinvenute nel testo che potrebbero mettere a rischio autoconsumo e reti domestiche.

 

Tali oneri – del 5/10%  – trovano applicazione per punto di prelievo e per unità di energia elettrica consumata, con eccezioni che prevedono esoneri parziali a seconda delle tipologie delle configurazioni di rete adottate e agli assetti societari. Eccezioni – spiega l’AEEGSI – che non permettono di tener conto dei costi evitati e/o delle esternalità indotte né consentono un’applicazione selettiva che tenga conto delle diverse tipologie di attività produttive svolte dai beneficiari. “Sarebbe sufficiente, ad esempio, che un’unica realtà industriale nella titolarità di un’unica società venisse frammentata tra due distinte società per perdere l’esenzione tariffaria derivante, ad esempio, dalla qualifica di SEU, mentre dal punto di vista operativo non è cambiato nulla”.

 

Altro tema clou nella segnalazione quello sulle RIU: se venissero considerate a tutti gli effetti sistemi di distribuzione chiusi “occorrerebbe modificare i decreti ministeriali con cui sono state assegnate le concessioni per l’attività di distribuzione, prevedendo delle apposite sub-concessioni in capo ai gestori delle reti elettriche private per l’esercizio dell’attività di distribuzione all’interno dei Sdc”. Altrimenti, non se ne potrebbero realizzare di nuove, in quanto “non possono coesistere più imprese distributrici in ciascun Comune”. Inoltre, vista la complessità della materia, l’Authority suggerisce di rendere noti fin da subito i corrispettivi da pagare, offrendo la possibilità di sostenerne una quota elevata nell’immediato per evitare future sorprese.

Articolo precedenteEnea fa tesoro delle prospettive energetiche della IEA
Articolo successivoComieco presenta il XIX Rapporto sulla raccolta differenziata di carta e cartone

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Leave the field below empty!