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Snam, Piano 2023-2027: 11,5 mld in un’infrastruttura multimolecola

Aumentano del 15% gli investimenti quinquennali destinati al rafforzamento della rete infrastrutturale e a biometano, idrogeno e CCS, puntando alla completa decarbonizzazione entro il 2050

Piano 2023-2027 Snam
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Piano 2023-2027 di Snam: 1,2 mld nel business della transizione

(Rinnovabili.it) – Investire in un’infrastruttura multimolcola e intelligente, in grado di gestire in maniera flessibile prodotti diversi per accompagnare la transizione energetica. Questo l’obiettivo cardine del Piano strategico 2023-2027, presentato stamane da Snam dopo l’ok del Consiglio di Amministrazione. Il documento offre uno sguardo sugli impegni economici e finanziari a breve termine per lo sviluppo infrastrutturale, ma introduce anche alcuni target a lungo termine in materia di sviluppo sostenibile e decarbonizzazione. Approfondendo le prossime mosse dell’azienda nel campo del biometano, dell’idrogeno e della cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Sul tavolo Snam mette 11,5 miliardi di euro, una cifra del 15% superiore a quella investita dello scorso quinquennio.

“Il piano – si legge nella nota stampa della società – prevede investimenti orientati ad una maggiore flessibilità del sistema energetico attraverso l’adeguato dimensionamento di una infrastruttura pan-europea multimolecola, modulare, flessibile e innovativa, grazie alla sensoristica e all’intelligenza artificiale. Complementare a tale direttrice, si prevede lo sviluppo della piattaforma di Energy Transition concentrata su tecnologie per la decarbonizzazione, con un ruolo strategico e abilitante della sostenibilità e dell’innovazione”.

La piattaforma di Energy Transition

Ma quali sono nella pratica gli investimenti, previsti dal Piano 2023-2027 di Snam, a favore della transizione? Il documento riporta un budget di 1,2 miliardi di euro da dividere su diversi interventi ed asset.

La quota più consistente – 400 milioni di euro – va alla messa in esercizio di impianti per la produzione di biometano. Tramite la sua controllata Bioenerys, Snam mira a raggiungere una capacità complessiva di 80 MW e una produzione di circa 135 milioni di metri cubi l’anno entro il 2027.

Seguono gli investimenti nell’infrastruttura per il trasporto e lo stoccaggio della CO2. Snam ha destinato a questo business 350 milioni di euro di investimenti ed è già pronta ad entrare nel vivo dell’azione. Nei prossimi mesi, infatti, partirà la fase 1 del primo progetto di CCS in Italia che prevede la cattura dell’anidride carbonica dell’impianto Eni di Casalborsetti (Ravenna) e l’iniezione in un giacimento esaurito nel mare Adriatico.

Il Piano 2023-2027 prevede anche 100 milioni di euro di investimenti nel business dell’idrogeno, di cui 20 milioni solo per la fase di ingegneria del SoutH2 Corridor, corridoio dell’idrogeno lungo 3.300 km, che collegherà il Nord Africa, l’Italia, l’Austria e la Germania per fornire la versione verde del vettore ai cluster di domanda italiani ed europei. Inoltre Snam è coinvolta attivamente nella realizzazione di iniziative come le Hydrogen Valleys a Modena e in Puglia, le stazioni di rifornimento di idrogeno e la Gigafactory di elettrolizzatori con De Nora.

La quota rimanente di 300 milioni di euro va alle operazioni legate all’efficienza energetica e alla generazione distribuita.

Obiettivi di sviluppo sostenibile

Sul fronte della sostenibilità aziendale, l’impegno del gruppo si rafforza. Oltre ad aver fissato nuovi target di riduzione delle emissioni nel medio termine, Snam aggiunge un obiettivo di decarbonizzazione netta al 2050 (emissioni Scope 1 + Scope 2 + Scope 3) che completa quello sulla neutralità Scope 1+ Scope 2 già previsto per il 2040.

Tra le novità del Piano Strategico 203-2027 anche l’introduzione del primo target sulla biodiversità. L’azienda si è impegnata a generare – secondo le linee guida del framework di SBTN (Science Based Target for Nature) – un impatto sulla natura da neutrale a positivo entro il 2027.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.