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Italia, trasformando gli immobili in “Edifici Intelligenti” guadagneremmo 19 mld l’anno

Secondo il 2°Rapporto della Community Smart Building di The European House Ambrosetti, convertendo il patrimonio immobiliare italiano in edifici intelligenti, potremmo attivare investimenti per 330 mld di euro

Edifici Intelligenti
Immagine di freepik

Anche le aziende della filiera sono pronte alla transizione: nel 2023 l’83,7% delle assunzioni richiede competenze green e smart

(Rinnovabili.it) – In Italia, la filiera estesa degli “Edifici Intelligenti” ha generato 130 miliardi di fatturato, 40 miliardi di valore aggiunto ed oltre 620mila occupati. Alla luce delle nuove disposizione della Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli edifici (EPBD) e degli obiettivi del FIt for 55, una riqualificazione in chiave smart del nostro vetusto patrimonio immobiliare, ci permetterebbe un guadagno netto tra i 17 ed i 19 miliardi di euro all’anno a favore dei cittadini. Purtroppo siamo ormai consapevoli che circa il 72% del patrimonio edilizio italiano ha più di 40 anni, una obsolescenza che lo rende responsabile del 45% dei consumi energetici e del 18% delle emissioni di CO2.

Ma la svolta green e smart è a portata di mano ed il mercato italiano sembra essere pronto per attuarla. 

A mettere sotto i riflettori la fondamentale importanza di intervenire sugli edifici del nostro Paese non solo a livello di efficientamento fisico, ma anche tecnologico e digitale, è la Community Smart Building di The European House – Ambrosetti. Lanciata nel 2022 come think tank che coinvolge le più importanti imprese della filiera, la Community è pronta a presentare l’edizione 2024 del Rapporto Strategico 2024, un focus indispensabile sulle potenzialità ed i successi già raggiunti dalla filiera degli Edifici Intelligenti.

Edifici Intelligenti, l’Italia ha il potenziale per investire oltre 330 mld di euro

Secondo le stime elaborate dalla Community Smart Building della The European House – Ambrosetti, la riqualificazione smart del patrimonio immobiliare italiano non solo attiverebbe diversi benefici dal punto di vista ambientale, ma garantirebbe anche un impatto considerevole sul tessuto economico e sociale del Paese.

Per sciogliere ogni dubbi, anche in considerazione del fatto che, circa il 64% degli italiani non sa esattamente cosa siano gli smart building, va chiarito che un Edificio Intelligente è un “hub di servizi automatizzati, in tempo reale e adattivi, integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche e energetiche, dei costi di realizzazione e gestione e la massimizzazione del well-being e della sicurezza degli individui”.

Avviando una sistematica ristrutturazione degli edifici più energivori italiani, circa 5 mln costruiti tra il 1946 ed l 1976, potremmo abilitare investimenti per oltre 330 miliardi di euro, diminuendo quindi le spese per consumi energetici del 15-19%

Ovviamente questo potenziale si rispecchia anche sui livelli di occupazione che hanno il potenziale per aumentare di circa 220.000 nuove unità qualificate e specializzate.

Investire nella formazione come valore aggiunto

Per far fronte alla trasformazione del parco immobiliare è perciò essenziale valorizzare anche la professionalità e le competenze qualificate investendo “in competenze smart&green”, come sottolinea Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti. “La rigenerazione del patrimonio immobiliare nazionale passa attraverso le mani di professionisti qualificati e specializzati, per cui sarà chiave rafforzare i programmi di upskilling e reskilling dei lavoratori e sviluppare percorsi di formazione innovativi a partire dalle scuole superiori, gli ITS e le università ”. 

In base alle stime elaborate dal Rapporto di TEHA, la diffusione degli Edifici Intelligenti in Italia potrebbe generare 124 mila operatori specializzati, 54 mila installatori, 14 mila tecnici, 11 mila ingegneri e 10 mila progettisti. Nel 2023, l’83,7% delle nuove assunzioni nel settore ha richiesto competenze specifiche smart e green. 

“Aspetto cruciale per sviluppare nuovi profili adatti all’evoluzione del settore edilizio e degli Smart Building, le aziende si stanno attivando con programmi di formazione e upskilling della forza lavoro come training on-the-job che prevedono percorsi di formazione ad hoc per ciascuna professione, collaborazione con aziende partner e professionisti esterni per formarsi sulle applicazioni e sulle soluzioni innovative richieste dal mercato e partnership con il sistema delle Università e ITS Academy”, conclude il rapporto.

La 2^ edizione della Community Smart Building, lanciata nel luglio 2023, si concluderà a Roma il 7 maggio 2024, con un Forum di presentazione dei risultati del Rapporto Strategico 2024.

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About Author / Alessia Bardi

Si è laureata al Politecnico di Milano inaugurando il primo corso di Architettura Ambientale della Facoltà. L’interesse verso la sostenibilità in tutte le sue forme è poi proseguito portandola per la tesi fino in India, Uganda e Galizia. Parallelamente alla carriera di Architetto ha avuto l’opportunità di collaborare con il quotidiano Rinnovabili.it scrivendo proprio di ciò che più l’appassiona. Una collaborazione che dura tutt’oggi come coordinatrice delle sezioni Greenbuilding e Smart City. Portando avanti la sua passione per l’arte, l’innovazione ed il disegno ha inoltre collaborato con un team creativo realizzando una linea di gioielli stampati in 3D.