Rinnovabili • Gestione della radiazione solare: gli Stati Uniti dicono “nì”

Geoingegneria, gli USA aprono alla sperimentazione della gestione della radiazione solare

Un rapporto della Casa Bianca consiglia di avviare un programma di ricerca ad hoc. Anche con esperimenti all’aperto

Gestione della radiazione solare: gli Stati Uniti dicono “nì”
Foto di lmaresz da Pixabay

L’Europa ha chiesto di recente una governance globale per la geoingegneria

(Rinnovabili.it) – Gli Stati Uniti dovrebbero avviare un programma di studio delle tecniche di gestione della radiazione solare. Non perché sia già oggi in programma di usare la geoingegneria per contrastare la crisi climatica, ma per farsi trovare pronti per il suo “possibile uso”. È la conclusione a cui arriva un rapporto di 44 pagine della Casa Bianca, richiesto dal Congresso, sull’opportunità di schermare una parte dei raggi solari in arrivo sulla Terra per ridurre l’aumento della temperatura globale.

Certo, il rapporto non dà un supporto entusiastico all’idea di mettere in campo la gestione della radiazione solare insieme alle misure di mitigazione e adattamento. Ma il semplice fatto che i principali inquinatori mondiali stiano dando dignità all’idea della geoingegneriala settimana scorsa lo ha fatto l’Europa, anche se con toni molto più cauti – porta nel dibattito pubblico un tema che, fino a relativamente poco tempo fa, era confinato al dibattito scientifico e restava fuori da quello politico.

Esperimenti outdoor

“Un programma di ricerca sulle implicazioni scientifiche e sociali della modificazione della radiazione solare (SRM) consentirebbe di prendere decisioni più informate sui potenziali rischi e benefici della SRM come componente della politica climatica, accanto agli elementi fondamentali della mitigazione delle emissioni di gas serra e dell’adattamento”, sostiene il rapporto. Servirebbe anche per saper valutare meglio l’impatto della SRM nel caso in cui venisse usata da altri attori, pubblici o privati, sottolineano gli autori.

Ma poco oltre, il documento chiarisce che studiare rischi e benefici significa anche sperimentare. “Un programma di ricerca volto a migliorare la quantificazione degli effetti dell’implementazione di potenziali metodi SRM sul sistema terrestre dovrebbe coinvolgere osservazioni, sperimentazione e modellazione”, si legge. Non solo gli esperimenti in laboratorio, in un ambiente controllato, ma anche quelli outdoor: “Gli esperimenti all’aperto sarebbero preziosi in combinazione con studi di modello e di laboratorio per comprendere i processi coinvolti nel potenziale impiego di SRM. Gli esperimenti all’aperto trarrebbero beneficio dallo sviluppo e dalla verifica delle tecnologie di iniezione dell’aerosol, dei sistemi di osservazione e degli strumenti di analisi”.

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