Rinnovabili • Sicurezza alimentare: sarà la nuova priorità strategica UE per l’agricoltura

L’Europa sacrifica sostenibilità e ambiente sull’altare della sicurezza alimentare

La bozza di Agenda Strategica per i prossimi 5 anni - il documento che indica tutte le priorità politiche del Consiglio – non parla più di sostenibilità e di tutela dell’ambiente. Al centro delle prossime politiche agricole ci sarà solo la food security a fare da bussola. I governi europei hanno sempre più fretta di archiviare la stagione del Green Deal

Sicurezza alimentare: sarà la nuova priorità strategica UE per l’agricoltura
Foto di Rodion Kutsaiev su Unsplash

Il tema della sicurezza alimentare domina l’Agenda Strategica 2024-29 dei Ventisette

(Rinnovabili.it) – Per i prossimi 5 anni, la priorità dell’Unione Europea per l’agricoltura sarà la sicurezza alimentare. Un tema che scalza, quasi facendolo sparire, quello della sostenibilità e del contributo che l’agribusiness può e dovrebbe dare al contrasto della crisi climatica. E’ in questa direzione che vogliono andare i 27 paesi membri, cambiando drasticamente rotta rispetto agli ultimi 5 anni. Lo si apprende dalla bozza dell’Agenda Strategica UE per il 2024-2029, il documento che indica tutte le priorità politiche del Consiglio. In pratica, un’anteprima delle posizioni che i Ventisette adotteranno nei negoziati con l’Europarlamento e la nuova Commissione dopo le elezioni di giugno.

La sicurezza alimentare al centro

L’agenda strategica può ancora essere modificata prima dell’approvazione finale al Consiglio UE del 27-28 giugno. La versione attuale, vista in anteprima da alcuni outlet tra cui Euractiv, risale al 27 marzo e la dice lunga su quali siano i timori dei governi europei. La sicurezza alimentare non è praticamente mai stata un tema di discussione negli ultimi anni ed è tornata in auge sulla spinta delle associazioni di categoria, oggi in rivolta con le proteste dei trattori. Che lo hanno usato come grimaldello per scardinare alcuni dei capisaldi del Green Deal.

Una strategia che ha ricevuto una sponda inaspettata con la guerra in Ucraina e il blocco parziale delle esportazioni di cereali dal paese. Nonostante l’impatto sia stato minimo e abbia riguardato soprattutto i mangimi per gli allevamenti, la narrativa usata dai sindacati dell’agribusiness (e adottata in fretta da alcuni partiti europei) ha presentato la guerra come una minaccia per la produzione agricola destinata al consumo umano. Su cui poi è stata incardinata la richiesta di allentare i requisiti climatici della politica agricola comune, uno dei punti caldi dietro le proteste dei trattori che continuano da mesi in molti paesi europei.

Secondo il documento, la sicurezza alimentare è la chiave per “un’Europa prospera e competitiva” e deve essere garantita attraverso “un settore agricolo vivace”. Mentre scompaiono quasi del tutto i riferimenti alla sostenibilità e alle misure per il contrasto della crisi climatica e per la tutela dell’ambiente. Anche se il testo menziona la necessità di “prepararsi per la nuova realtà dovuta al cambiamento climatico”. Nessuna traccia di quelle che nel 2019 erano le priorità strategiche, dal promuovere un’agricoltura sostenibile al chiedere più sforzi nell’azione climatica.

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