Rinnovabili • Tax the Rich: chi ha paura di una patrimoniale per il clima?

Tax the Rich, 1 milione di firme per la patrimoniale UE che combatte la crisi climatica

L’iniziativa dei cittadini europei punta a tassare i grandi patrimoni superiori a 5,4 milioni di euro per raccogliere risorse da destinare a misure urgenti contro la crisi climatica e a interventi contro le disuguaglianze socio-economiche in UE. Servono 1 milione di firme da almeno 7 paesi per portare la proposta all’Europarlamento

Tax the Rich: chi ha paura di una patrimoniale per il clima?
crediti: Tax the Rich

La raccolta firme prosegue fino al 9 ottobre 2024

(Rinnovabili.it) – Un’imposta europea sui grandi patrimoni per finanziare misure urgenti di contrasto alla crisi climatica, ma anche lotta alla povertà e alle disuguaglianze economiche e sociali. È l’obiettivo di Tax the Rich, l’iniziativa dei cittadini europei (ICE) che punta a raccogliere 1 milione di firme per portare la proposta al Parlamento europeo. E spingere l’Europa ad affrontare in modo congiunto le crisi multiple che si sovrappongono in questi anni.

Tax the Rich, la patrimoniale colpisce sopra i 5,4 mln euro

In cosa consiste questa patrimoniale e quali sarebbero i suoi effetti? I proponenti mirano a tassare i grandi patrimoni per ricavare risorse da reinvestire in politiche climatiche e sociali. Con un’imposta che colpisce solo lo 0,1% più ricco dei cittadini, in Italia a pagare sarebbero circa 50mila persone. Super-ricchi i cui patrimoni, tra il ’95 e il 2021, sono passati dal 5,5% al 9,2% della ricchezza nazionale aggregata.

I patrimoni interessati dalla patrimoniale, secondo i proponenti di Tax the Rich, sarebbero quelli a partire da 5,4 milioni di euro. L’iniziativa dei cittadini europei pensa a un sistema di aliquote scaglionato. L’1% per la fascia dai 5,4 agli 8 milioni di euro, circa il 2% per lo scaglione 8-20,9 milioni di euro, 3% per i patrimoni più consistenti. Sempre riguardo alla sola Italia, se la patrimoniale venisse applicata come da proposta, il gettito ricavato arriverebbe a 14,5-25,5 miliardi di euro.

“L’inazione politica e scelte poco lungimiranti hanno affievolito la tutela dell’ambiente e non hanno offerto un valido baluardo contro le sfide poste dai cambiamenti climatici”, spiegano i proponenti. Per questo serve “un tributo in grado di generare cospicue risorse da destinare ad investimenti per l’inclusione sociale e una transizione ecologica giusta nei Paesi dell’Unione e per incrementare gli stanziamenti UE per le politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo e la finanza climatica”.

La raccolta firma è iniziata il 9 ottobre e durerà fino alla stessa data del 2024. In questo anno, Tax the Rich deve raccogliere almeno 1 milione di firme da 7 diversi paesi UE affinché la proposta, secondo le norme UE, atterri all’Europarlamento e l’assemblea sia obbligata a considerarla. Ogni paese ha una soglia minima di firme che per l’Italia è fissata a 53.580 sostenitori. A raccoglierle e pubblicizzare la proposta in Italia sono Oxfam, Sbilanciamoci, Nens, Rosa rossa e Tax justice Italia, mentre l’iniziativa è sostenuta a livello europeo da economisti come Thomas Piketty, attivisti e politici.

È possibile aderire a Tax the Rich a questo link.

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