Rinnovabili • Rimuovere le nanoplastiche dall'acqua

Rimuovere le nanoplastiche dall’acqua con un’efficienza del 94%

I ricercatori dell’Università di Waterloo hanno creato una nuova tecnologia in grado di rimuovere le nanoplastiche dall’acqua contaminata, con un’efficienza elevata

Rimuovere le nanoplastiche dall'acqua
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Nuovi approcci contro l’inquinamento della plastica

(Rinnovabili.it) – Mentre il mondo sanitario cerca di far luce sui possibili danni dell’inquinamento plastico sul corpo umano, dal Canada arriva una buona notizia. Esiste un nuovo modo per catturare e rimuovere le nanoplastiche dall’acqua con un’efficienza prossima al 100%. A mettere a punto la tecnologia un gruppo di ricercatori dell’Università di Waterloo, che ha pescato a piene mani dal mondo dell’economia circolare.

È orami un dato di fatto che i rifiuti della plastica abbiano contaminato ogni angolo del Pianeta, dai fondali marini alle cime montuose. Non esistono ecosistemi al sicuro e sempre più spesso emergono nuove prove sui danni arrecati agli animali, quelli marini in primis fino a risalire tutta la catena alimentare. Gli studi sono solamente all’inizio ma i dati appaiono preoccupanti: piccolissimi frammenti di plastica sono stati trovati nel sangue, nei polmoni e nelle placente umane. E la letteratura sulle patologie infiammatorie legate a questo contaminate, se ingerito o inalato, cresce progressivamente. Spaventano le microplastiche ma ancora più le nanoplastiche, particelle mille volte più piccole delle prime e per questo motivo molto più invasive.

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Rimuovere le nanoplastiche dall’acqua

Come affrontare questo nuovo allarme globale? Per gli scienziati dell’Università di Waterloo la soluzione è parzialmente contenuta nel problema stesso. Il gruppo, guidato dal professore di ingegneria chimica Tizazu Mekonnen, ha messo a punto un nuovo metodo per rimuovere le nanoplastiche dalle acque reflue. Nel dettaglio, il team ha utilizzato la resina epossidica, un polimero di scarto che non può essere riutilizzato o ritrattato, per produrre carbone attivo tramite decomposizione termica. Quindi hanno impiegato il carbone per trattare l’acqua contaminata da nanoplastiche di polietilene tereftalato.

Per porre fine alla crisi dei rifiuti e ridurre l’impatto ambientale della produzione della plastica, dobbiamo attuare un approccio di economia circolare che consideri ogni fase del suo tragitto”, ha affermato Mekonnen.

I test hanno ottenuto un recupero del 94% delle nanoplastiche (100 mg/L) con un carico di carbone attivo di 750 mg/L. In futuro i ricercatori tenteranno di applicare questo processo di pulizia ad altri tipi di plastica e di effettuare test su larga scala negli impianti municipali di trattamento delle acque reflue. Il risultato del lavoro è stato pubblicato su Separation and Purification Technology.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.