Rinnovabili • Transizione energetica disparità di genere 

Transizione energetica, ancora troppa disparità di genere 

Il nuovo rapporto del Centro comune di ricerca mostra che le donne sono più esposte degli uomini alla povertà energetica e alle sue conseguenza sanitarie e sociali. E che rappresentano solo il 32% della forza lavoro nelle rinnovabili

Transizione energetica disparità di genere 
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 Gli effetti della transizione ecologica sulle donne

(Rinnovabili.it) – C’è una questione di cui non si parla abbastanza quando si entra nel campo della decarbonizzazione. Ossia che la transizione energetica si porta dietro ancora troppa disparità di genere. Una disuguaglianza che si avverte nel comparto lavorativo ma anche, più semplicemente, nell’accesso ai servizi energetici. A ricordare il gap è un nuovo rapporto del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea. Il documento, redatto in collaborazione con il centro olandese 75inQ, rappresenta soprattutto un appello a riconoscere le complesse connessioni tra genere, povertà energetica e decarbonizzazione e ad agire per affrontarle.

Partiamo dalle evidenze: le donne sono spesso più esposte alla povertà energetica degli uomini, a causa di livelli di reddito più bassi e della loro sovrarappresentanza nelle famiglie monoparentali. Di conseguenza risultano anche più a rischio sul fronte delle conseguenze. In primis quelle sanitarie contando anche che alcuni elementi biologici/fisiologici rendono il sesso femminile più sensibile alle temperature estreme. Ma una maggiore esposizione alla fuel poverty significa anche una maggiore probabilità di esclusione sociale.

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Il rapporto mostra anche come esistano disuguaglianze di genere a livello occupazionale nel settore energetico. Il gender gap aumenta quando si tratta di segmenti legati ai combustibili fossili, ma anche focalizzandosi sulle rinnovabili non va troppo bene. Nel 2019 le donne rappresentavano in media il 32% della forza lavoro nel settore delle energie pulite. Con un picco positivo nel fotovoltaico dove la presenza femminile arriva fino al 40%.

Uno dei problemi da risolvere riguarda anche la raccolta delle informazioni. Lo studio ha messo in luce che molti dati rilevanti non vengono riportati o monitorati in modo disaggregato per genere. “Si tratta di un’occasione mancata per informare il processo decisionale e monitorare l’attuazione delle politiche”, scrive il Centro di Ricerca. “Sono necessari metodi efficaci di raccolta dati e monitoraggio per monitorare il successo delle attività di transizione energetica inclusive di genere, consentendo interventi informati e mirati a livello nazionale ed europeo”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.