Biocarburanti dalla segatura, il nuovo progetto verde dell’aviazione

La Boeing e l’industria aeronautica canadese stanno collaborando per trasformare i residui forestali in carburante jet

Biocarburanti dalla segatura, il nuovo progetto verde dell’aviazione

 

(Rinnovabili.it) – Voli più “verdi” grazie rifiuti cellulosici. Dopo aver testato le potenzialità “aeree” del tabacco, dell’olio da cucina e della Jatropha, la Boeing è decisa a tentare la produzione di biocarburanti dalla segatura e altri prodotti forestali di scarto. Al progetto, che ha ricevuto il pieno il sostegno dell’industria aeronautica canadese,  si è unito un nutrito gruppo di scienziati e partner commerciali; il consorzio avrà il compito di valutare la fattibilità tecnica del processo di sintesi dei biocarburanti dalla segatura, cercando di determinare, in termini commerciali, se i rifiuti cellulosi possano o meno essere adatti come materia prima per i biofuel dell’aviazione.

 

Non a caso il luogo scelto per portare avanti la sperimentazione è il Canada: ricco di foreste gestite in maniera sostenibile (e certificate), la nazione possiede una lunga tradizione di riciclo degli scarti forestali in campo energetico. “I biocarburanti per l’aviazione avranno un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo a lungo termine”, ha commentato Julie Felgar, direttore della sezione Strategia e integrazione ambientale presso la Boeing Commercial Airplanes. “E il Canada è in una posizione fantastica per sfruttare in maniera sostenibile le sue foreste al fine di compiere nuovi progressi ambientali per la sua industria aeronautica e per gli altri settori del trasporto”.

 

Un primo studio di fattibilità – sostenuto dalla stessa Boeing e realizzato dalla University of British Columbia (UBC) all’inizio di quest’anno – ha stabilito che i biocarburanti per l’aviazione prodotti tramite trasformazione termochimica dei rifiuti cellulosici (come ad esempio rami e segatura) potrebbero soddisfare il 10 per cento – circa 175 milioni di litri – della domanda di carburante jet annuale del British Columbia. L’obiettivo del consorzio è quello di prendere i risultati di tale studio e degli esami di laboratorio condotti (che già prodotto una piccola quantità di biocarburanti segatura), e determinare che cosa in pratica è necessario per portare la produzione su scala commerciale.

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4 Commenti

  1. Ma cercare di apprezzare e vivere un po’ di più i posti limitrofi dove uno vive, senza dover salire su un aereo ogni 6 mesi per raggiungere mete di presunto svago solo perché viaggiare è “di moda”, non ridurrebbe il numero di voli? Forse se usassimo mezzi così invasivi per il sistema naturale solo quando è veramente necessario sarebbe una buona soluzione al problema, o forse serve una super tassazione sul costo del biglietto?
    Saluti.

  2. Nel 2005 il Canada, in modo assolutamente scorretto e con INGANNI VARI, in accordo con il Vaticano, PROMETTENDO DI FARMI MODIFICARE IMPIANTI SULLE 101 CENTRALI ELETTRICHE DELLA KMW, E SENZA PAGARMI UN CENTESIMO, come gli stessi canadesi ben sanno, tramite l’istituto centrale canadese CANMET, ha voluto acquisire da me la mia tecnologìa B.A.T. (Best Available Technology, per l’ invenzione Italiana del 26 Ottobre 1994, con brevetto n.01275058 esteso internazionale) per purificare con un solo trattamento ARIA e VAPORE DI ACQUA, e catturare la CO2 dispersa nei fumi di combustione e nell’aria, che potete vedere nel sito http://www.spalic.net e nell’altro più recente
    https://www.facebook.com/The-BAT-to-Purify-Water-and-Air-and-Against-the-Global-Warming-1677427725848223/
    Da quel momento è cominciata la corsa al riutilizzo della CO2 per la produzione di carburante liquido, avente caratteristiche di commerciabilità il più possibile simili alla benzina.
    E’ stato prescelto, per quanto mi risulta, un antico metodo di sintesi anteguerra, che prevede la miscelazione della CO2 con H2, prodotto dalla scissione elettrolitica dell’acqua, che viene purificata in fase vapore con la stessa tecnologìa, e con lo stesso trattamento, e si ottiene Metanolo allo stato liquido, più energetico della benzina, e per l’ appunto, liquido e quindi facilmente commerciabile come la benzina.
    La sintesi avviene spontaneamente alla pressione di 60 Bar ed alla temperatura di 200°C e costituisce una “implosione” per l’immediata riduzione del volume, che si determina.
    Dato che la KMW possiede oltre 100 centrali elettriche a residui di legna, ovviamente la mia BAT, che loro hanno adottato come Tecnologia Nazionale, evitando di citare il nome dell’inventore, grazie al Vaticano, costituisce per loro una vera manna dal cielo, e la possibilità di ottenere immediatamente quanto di più commerciabile si può immettere sul mercato delle rinnovabili, con il pregio di interrompere l’aumento delle emissioni di CO2 in atmosfera e quindi di risparmiare al contempo sul pagamento dei contributi per tali emissioni.
    Romano De Simone . .
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