
di Andrea Barbieri Carones
(Rinnovabili.it) – Arriva dalla Svizzera un innovativo yacht a idrogeno che mira a rivoluzionare il trasporto su mare, di lusso e a basse o nulle emissioni.
Curioso che sia proprio la Confederazione, ossia un paese senza sbocco sul mare, a lanciare un prodotto come Aquon One, costruito dalla Swiss Sustainable Yachts AG, con sede a Zurigo. Un’azienda che prova che non serve avere dimestichezza con l’acqua salata per costruire barche: basta l’acqua dolce – quella dei laghi elvetici – e soprattutto tanta professionalità, costanza e inventiva.
In breve: Aquon One è un catamarano dotato di pannelli solari posizionati sul tetto che generano l’energia necessaria per navigare con 2 motori gemelli da 100 kW. Ma è anche un catamarano che utilizza l’acqua su cui naviga per sintetizzare idrogeno per le celle.
La vera notizia è che questo sarà il primo yacht a idrogeno già testato e pronto a solcare i mari e – in teoria – a fare il giro del mondo senza scalo. Purché si abbiano viveri a sufficienza, naturalmente.
Il sistema è semplice. Il difficile è stato studiarlo, applicarlo e testarlo. In breve: i già citati pannelli fotovoltaici sul tetto da 64 metri quadrati convertono l’energia solare in elettricità. L’energia solare in eccesso è utilizzata per convertire l’acqua (che viene desalinizzata) in idrogeno verde, che viene compresso fino a 300 bar.
Fase 3: l’idrogeno compresso è stoccato in serbatoi situati a bordo, che servono come fonti energetiche a lungo termine. L’energia raccolta dai pannelli viene immagazzinata in batterie agli ioni di litio per dare energia ai motori e a bordo, per le esigenze di ogni giorno.
Con questo sistema, lo yacht a idrogeno si muove silenziosamente per il mare (o il lago) come se fosse una barca a vela di dimensioni importanti. Infatti è lungo poco meno di 20 metri.
Nei periodi estivi, quando l’insolazione è maggiore, l’impianto fotovoltaico è in grado di generare più di 75 kWh al giorno.
Un’ultima precisazione sui 2 propulsori elettrici, elemento chiave di ogni mezzo di trasporto: sono alimentati sia dalle batterie agli ioni di litio tramite l’energia a breve termine di cui sopra sia dall’idrogeno sintetizzato e utilizzato per il lungo termine. L’utilizzo dell’idrogeno – affiancato alle batterie agli ioni di litio – è giustificato dal peso e dal volume. Infatti, a parità di peso e volume, riesce a fornire maggior energia rispetto a quella proveniente dalle batterie. Senza contare che riesce a immagazzinare energia anche per periodi molto lunghi.
Questo permette di raggiungere una velocità di punta di 16 nodi, ossia poco meno di 30 km/h. Naturalmente, più bassa è la velocità più alta è l’autonomia di marcia.
E come “ciliegina sulla torta” di questo yacht a idrogeno ci sono i materiali con cui è costruito, principalmente organici e riciclabili. Lo spazio di bordo è di 250 metri quadrati.
I costruttori hanno anche fatto un esempio di utilizzo: navigando tra Palma di Maiorca e Ibiza si usa in media il 32% dell’energia immagazzinata e si risparmia quasi 1 tonnellata di CO2. A bordo c’è comodo spazio per 8-10 persone. Il risparmio sul gasolio è stato valutato in circa 400 euro.
Non capisco perché non hanno inserito dei generatori eolici ad asse verticale che possono produrre energia anche di notte.
Di vento in mare ne abbiamo a iosa.