Il problema di eliminare la Co2, porta a sperimentare tecniche per il suo isolamento geologico, in adeguati depositi naturali. Ma potrà funzionare?
Tutto il parlare che si fa sul problema delle emissioni riguarda poi nello specifico l’anidride carbonica. Infatti ogni energia tratta da fonte rinnovabile serve proprio a questo, ad eliminare dal ciclo produttivo scarichi ricchi di questo gas, oramai considerato un killer dell’eco-sistema ambientale e dell’uomo. Ma accanto a tutti gli sforzi che si fanno con la ricerca scientifica, con il perfezionamento della tecnologia, e con l’incremento dell’efficienza energetica, c’è anche una tecnica di cui si sente parlare sempre di più: il “Carbon Capture and Storage”, quello che in italiano, con temini scientificamente appropriati, si definisce il sequestro del carbonio, vale a dire catturare e stoccare il carbonio, eliminandolo così dalle emissioni.
Per capirne qualcosa di più abbiamo chiesto al “nostro” membro del comitato scientifico, Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico televisivo, esperto di questioni ambientali, il suo parere sul tema.
Mauro Spagnolo – *Ma cos’è questa famigerata “Carbon Capture and Storage”*?
*Mario Tozzi* – Si tratta semplicemente del “sequesto del carbonio”. Una tecnica che riflette una scelta culturale che definirei perdente, nel senso che parte dall’arrendersi a produrre energia senza emettere anidride carbonica. Partendo da questo punto, certo che catturare il carbonio è in qualche modo una soluzione, ma vuol dire, lo ripeto, arrendersi alle cause che generano la Co2, ma in definitiva anche ai suoi effetti.
MS – *Quali sono attualmente le modalità di stoccaggio geologico dell’anidride carbonica?*
*MT* – Innanzitutto va catturata: questo signifca utilizzare una serie di procedimenti chimici con cui si separa il carbonio, lo si rende trasportabile (ad esempio fluidificadolo) e quindi si provvede a rinchiuderlo in adeguati depositi.
MS – *Chi si dovrebbe occupare della scelta dei siti di stoccaggio e sulla base di quali parametri?*
*MT* – E’ ovvio che sia il Ministero dell’Ambiente a stabilire le procedure, i paramentri e le normative, di questa procedura. Detto questo, la scelta di “dove” dipende dall’ubicazione dei giacimenti di idrocarburi esauriti che sono giudicati, per le loro caratteristiche, adatti a questa funzione. Quali scegliere, sarà poi compito delle varie compagnie che hanno estratto idrocarburi da quegli invasi, di cui sono le proprietarie o i gestori.
MS – *Ci dia, da geologo, una valutazione sulla tenuta negli anni dei depositi di Co2.*
*MT* – Siamo ancora in una fase sperimentale ed è difficile dare risposte, e soprattutto garanzie, senza dati storici. Anche se teoricamente le tecniche sono affidabili, va poi verificato sul campo e nel tempo. Certo i bacini in cui verrebbe stoccato hanno contenuto per milioni di anni gas idrocarburi…
MS – *Quali pericoli sussistono per l’uomo e per l’ecosistema in generale, in caso di fuoriuscita dell’anidride carbonica?*
*MT* – Il carbonio nell’aria prende il posto dell’ossigeno e provoca in chi lo respira la morte per asfissia. Basta ricordare la tragedia di qualche decina di anni fa nel Camerun dove ci fu un strage di notevoli proporzioni.
MS- *Esistono già siti in cui si sta sperimentando tale tecnologia? E in Italia?*
*MT* – In Italia non c’è nessun esperimento del genere. Nel mondo ci sono alcuni impianti su cui vengono fatti degli esperimenti. In funzione ce n’è uno solo ed è in Norvegia ad una profondità di oltre 2000 metri.
MS – *Greenpeace, ha fatto notare che “il sequestro del carbonio diminuisce l’efficienza delle centrali tra il 10% e il 40% a causa dell’energia impiegata per iniettare la Co2 a grandi profondità”. Lei cosa ne pensa?*
*MT* – E’ indubbiamente vero. E questo costituisce un punto a sfavore di questa tecnologia che distrae energia prodotta e quindi diminuisce l’efficienza della centrale.
MS – *La soluzione della cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica non potrebbe avere un effetto boomerang, arrestando la corsa verso nuove tecnologie con maggiore efficienza energetica?*
*MT*- Certamente. Tutti gli sforzi, il tempo e gli investimenti che vengono fatti nella direzione di eliminare un problema a valle, sono evidentemente sottratti a tutto ciò che viene realizzato a monte, dove però si cerca di eliminare le cause. E questo è ovviamente vero anche nel settore dell’energia.
MS – *A suo parere può essere questa una strada da perseguire per ridurre le emissioni di gas climalteranti.*
*MT* – E’ soltanto una tecnica di cui, per ora, non sappiamo bene il funzionamento. La sua efficacia è correlata alla quantità di anidride carbonica che riuscirà ad eliminare, ai suoi costi e al tempo che questa Carbon Capture and Storage richiederà per essere attiva.