TTIP: esplode la contestazione in tutta Europa

In oltre 500 piazze europee è andata in scena la protesta di migliaia di organizzazioni e cittadini contro i negoziati sul TTIP

TTIP esplode la contestazione in tutta Europa.

 

(Rinnovabili.it) – Ricominciano oggi a New York i negoziati sul TTIP, l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti che sabato 18 aprile ha visto concretizzarsi il più grande momento di contestazione globale nei suoi confronti. In più di 750 piazze del mondo, 550 solo in Europa e 40 in Italia, migliaia di ong, associazioni ambientaliste, dei consumatori e sindacati hanno tuonato il loro “no” ai trattati di liberalizzazione del commercio di cui il TTIP sarebbe il “campione”.

Sul tavolo delle controparti, più che l’abbassamento delle tariffe c’è l’armonizzazione degli standard e delle normative. Le campagne Stop TTIP, sorte come funghi in tutta Europa, denunciano un rischio concreto di indebolimento delle tutele ambientali e sociali nel Vecchio continente. Preoccupazioni colte anche da alcune Commissioni del Parlamento Europeo: la Commissione Ambiente (ENVI) ha chiesto che siano esplicitamente esclusi servizi pubblici, OGM, pesticidi, clonazione animale, la Commissione Giuridica (JURI) ha bocciato senza appello l’arbitrato ISDS, che permetterebbe alle imprese di denunciare i governi i caso di leggi e normative che impattino sui loro profitti (leggi anche “ISDS: l’arma delle multinazionali contro l’ambiente”).

 

TTIP esplode la contestazione in tutta Europa-

 

Il Parlamento Europeo spettatore passivo

Strasburgo avrà soltanto il potere di ratificare o respingere l’accordo a trattative concluse, perché il negoziato è delegato interamente alla Commissione UE. I documenti sono celati perfino agli stessi parlamentari, che per poterli sbirciare devono fare richiesta scritta e lasciare penna, foglio e smartphone all’ingresso di una reading room. Per tutto il breve tempo di permanenza in questa saletta, vengono guardati a vista da un funzionario. La mancanza di trasparenza, finora, è stata colmata in parte dalle fughe di notizie. Wikileaks e altri attivisti hanno diffuso alcuni testi ufficiali che mettono in luce diverse criticità.
A complicare il tutto giunge l’ultimo documento trapelato prima del week end grazie al lavoro delle reti Stop TTIP, dal quale risulta, chiaro e incontrovertibile, che il fulcro dell’accordo riguarda il settore agroalimentare.

«È un patto scellerato – commenta Monica Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia – che usa l’agricoltura europea e i suoi produttori come merce di scambio. Con la retorica delle IGP la Commissione europea prova a far digerire una pillola indigesta, promettendo ciò che è impossibile mantenere».

 

Ogm e pesticidi in cambio degli appalti

La Commissione Europea, infatti, chiede maggiore apertura degli appalti pubblici americani alle grandi imprese europee, offrendo come contropartita una maggiore flessibilità sull’agricoltura. Ciò potrebbe far gola al governo americano, che dall’inizio ha spinto (pressato dalle multinazionali del settore) per accedere al mercato europeo con una serie di prodotti che oggi sono vietati per legge. A partire dagli OGM, per l’arrivo dei quali l’esecutivo comunitario sta preparando il terreno in queste settimane. Lo ha scoperto il Guardian, che ha annunciato l’approvazione entro maggio di 17 prodotti geneticamente modificati destinati al consumo umano.

«Il TTIP è una mina alla base del principio di precauzione – ha denunciato sabato a Roma Eleonora Forenza, parlamentare europea del GUE – In campo ambientale e sanitario sarebbe devastante, perché salterebbero i controlli di filiera e l’etichettatura dei prodotti».

 

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 Shale gas, l’obiettivo energetico del TTIP

In primo piano anche il settore energetico, con un crescente interesse della Commissione UE per lo shale gas americano, ottenuto con il fracking. Un business costoso e inquinante, che secondo Dario Tamburrano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, andrebbe tutto a scapito delle rinnovabili.

«Il TTIP viene fatto passare come via obbligata per una maggiore sicurezza energetica – ha detto Tamburrano durante la manifestazione romana – Ma non c’è nulla di vero. Quella dello shale gas e dello shale oil è solo un’altra bolla speculativa. Importarlo dagli USA non è conveniente, perché sarebbe necessario un processo di liquefazione, trasporto e rigassificazione che vanifica qualsiasi beneficio economico». Senza contare l’impatto ambientale e climatico. Perfino uno studio della stessa Commissione sul Commercio internazionale (INTA) del Parlamento Europeo ha smentito le dichiarazioni trionfalistiche di Bruxelles, creando un’ulteriore spaccatura fra le promesse e i dati reali (leggi anche: “Impatti del TTIP su rinnovabili e sicurezza energetica”).

 

La giornata globale contro i trattati di libero scambio ha coinvolto anche Greenpeace. L’associazione ha denunciato il pericolo derivante dalla probabile commercializzazione – a TTIP approvato – di numerosi pesticidi oggi vietati a protezione della salute dei consumatori. Costante Garibaldi, attivista del gruppo, ha messo in guardia anche sul possibile aumento delle attività di fracking nel territorio europeo, con l’arrivo di colossi dell’estrazione americani sui bacini di gas da scisti già oggi oggetto di pesanti critiche.

«Rischiamo una crescita dell’inquinamento senza precedenti – ha detto Garibaldi – Il crollo del principio di precauzione permetterà l’introduzione di sostanze chimiche dannose e diminuzione della diversità biologica. Non c’è informazione su questi concreti pericoli, tocca a noi diffondere consapevolezza tra le persone o se ne accorgeranno troppo tardi».

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