E’ record di efficienza per il fotovoltaico in perovskite

Da un team di ricerca tutto coreano arriva il nuovo un tasso di conversione del 17,9%, vero e proprio primato per il solare in perovskiti ibridi

E’ record di efficienza per il fotovoltaico in perovskite

 

(Rinnovabili.it) – Arriva dalla Corea del Sud il nuovo record d’efficienza per il fotovoltaico in perovskite organica/inorganica. Un team di ricercatori del Research Institute of Chemical Technology ha sviluppato una particolare formula per la miscelazione delle strutture cristalline segnando il raggiungimento di un nuovo livello di prestazioni nelle celle solari a base perovskiti ibride. Ribattezzato dalla ricerca come il Sacro Graal del settore fotovoltaico, questo minerale offre bassi costi di produzione rispetto all’alternativa in silicio, mantenendo una buona capacità di conversione della luce solare in elettricità. In questo campo l’ultimato primato era andato, all’inizio dello scorso anno, ai ricercatori italiani dell’università di Roma “Tor Vergata” che con celle in perovskiti organici/inorganici aveva messo a punto un dispositivo con il 13% di efficienza energetica.

 

Ora la Corea ha effettuato il sorpasso raggiungendo un tasso di conversione del 17,9%, riprendendosi un primato che era suo già nel 2009. Il nuovo livello è stato reso possibile grazie alla scelta degli scienziati di miscelare due composti chimici: il bromuro di piombo metilammonio e lo ioduro di piombo formamidinium. Regolando il rapporto fra questi due ingredienti in miscela rispettivamente a 85:15, i ricercatori hanno ottenuto il miglioramento delle prestazioni. Il team ha inoltre spiegato che le celle fotovoltaiche realizzate impiegando questa specifica miscela si prestano facilmente al processo di fabbricazione mediante stampa, un fattore che potrebbe realmente rendere i costi di produzione ancora a più bassi. Ovviamente esistono ancora problemi da affrontare, come ad esempio la solubilità in acqua mostrata dai materiali a base di perovskite che rende, di conseguenza, i moduli fotovoltaici più esposti ai danni provocati da pioggia o intemperie. Nell’articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature gli scienziati descrivono come hanno trovato la nuova formula e cosa potrebbe significare per il futuro della tecnologia delle celle solari.

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