Geoparchi e GEOfood, custodia del territorio e sguardo al futuro

I Geoparchi Mondiali dell’Unesco tutelano e valorizzano il patrimonio geologico, naturale e culturale dei territori e ne promuovono lo sviluppo sostenibile. GEOfood è il brand che contraddistingue le imprese agroalimentari amiche dell’ambiente situate all’interno dei Geoparchi

Rocca di Cenere, Geoparco Unesco
Credits: Dedda71, Own work – CC BY 3.0, Link

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – I Geoparchi Mondiali dell’Unesco sono aree naturali di particolare interesse geologico e minerario dove i siti e i paesaggi sono gestiti secondo un approccio integrato per quanto riguarda la tutela, l’educazione e lo sviluppo sostenibile. Valorizzano infatti il patrimonio geologico, naturale e culturale locale e promuovono lo sviluppo sostenibile dei territori e delle comunità che li abitano.

I Geoparchi – riuniti in una Rete – oltre a rafforzare il legame delle comunità con il territorio di appartenenza, responsabilizzano sui temi ambientali (cambiamento climatico, sfruttamento delle risorse naturali) e organizzano corsi di formazione per favorire la nascita di imprese locali che puntano sull’innovazione, sulla qualità e sulla sostenibilità.

Dieci sono i temi chiave intorno a cui ruotano i Geoparchi Mondiali dell’Unesco: risorse naturali, rischi geologici, cambiamenti climatici, educazione, scienza, cultura, donne, sviluppo sostenibile, saperi locali e indigeni, geoconservazione.

Ce li racconta Sara Gentilini, coordinatrice di rete di Magma Unesco Global Geoparks e ideatrice GEOfood.

Cosa caratterizza i Geoparchi Mondiali dell’Unesco e quali sono i requisiti per entrare nella Rete?

Geoparchi Mondiali dell’Unesco è l’ultimo dei tre programmi ufficiali promossi dagli Stati Membri delle Nazioni Unite, nel 2015. È un Programma giovane rispetto al più noto World Heritage List (1972).

I Geoparchi sono territori che devono contenere nel territorio candidato siti di provato interesse scientifico dal punto di vista geologico, al quale devono affiancarsi un approccio “dal basso” delle comunità coinvolte e un approccio olistico per la gestione del territorio. Si tratta di modelli di sviluppo veri e propri, laboratori di sostenibilità, educazione alle sfide dovute ai cambiamenti climatici e al dissesto idrogeologico dei territori

Il coinvolgimento delle popolazioni locali non è un aspetto marginale, ma fin dall’inizio è fattore determinante per il successo o meno della candidatura. I portatori di interesse locali sono fondamentali per influenzare i policy maker nella creazione di un “Geopark project” che possa poi candidarsi a divenire Unesco Global Geopark. Occorrono almeno 4 anni di sviluppo dell’iniziativa e passaggi burocratici per entrare a far parte del Programma.

Occorre sottolineare come gli Unesco Global Geoparks siano gli unici territori che ogni 4 anni sono sottoposti a un esame per il mantenimento dello status e per la verifica dei progressi fatti. Ottenere la certificazione non è sufficiente. serve anche lavorare per mantenerla.

Quanti sono i Geoparchi e in che modo incidono sul territorio e sui suoi abitanti? Esiste qualche forma di geoturismo?

In molti casi, grazie al Geoparco si sono formate cooperative agricole o per la produzione di artigianato locale che hanno portato le donne a uscire di casa, a incontrarsi e diventare parte di un’economia e della società. Nel corso di questi anni sono stati coinvolti molti ragazzi, molti di loro hanno costituito realtà imprenditoriali legate al Geoaparco in settori come turismo e accoglienza.

I Geoparchi ad oggi sono 169 in 44 Paesi nel mondo. Il geoturismo è una delle attività che stanno alla base del piano di sostenibilità di ognuno di essi. Si lavora per un modello economico realmente sostenibile, che coinvolga il substrato più umile della popolazione e anche le categorie più emarginate come le donne.

Magma Geopark (Norvegia) ha agito da stimolo per la creazione di almeno due imprese private per la fruizione e la valorizzazione turistica di geositi presenti nella zona. Dal 2010 Magma Geopark ha preso parte ad almeno 20 progetti su scala internazionale con membri del network, ideando sistemi innovativi per la valorizzazione del patrimonio, l’educazione e la cultura.

161 Geoparchi distribuiti in 40 Paesi. Come lavora una rete così estesa?

Siamo l’unico programma Unesco che lavora come un network, il Global Geoparks Network. È suddiviso in reti territoriali: European Geoparks, Canadian Geoparks, Asia and Pacific Geoparks, African Geoparks, American and Carribean Geoparks. Una volta ogni 2 anni ci riuniamo tutti per l’assemblea e la conferenza generale. Una volta all’anno si riunisce European Geoparks Network, con un proprio consiglio composto da due membri per ogni Geoaprco europeo, di cui faccio parte dal 2015.

Esiste inoltre un Unesco Global Geoparks Council composto da 12 membri ordinari con diritto di voto proposti su raccomandazione di Unesco Global Geoparks Network, che include il direttore generale dell’Unesco, il presidente del Global Geoparks Network, il segretario generale di IUGS – International Union of Geological Science, il direttore di IUCN – International Union for Conservation of Nature. Questi tre membri non hanno diritto di voto. 

Il Council è responsabile per la valutazione di nuove candidature e decide se passarle per la decisione finale all’Executive Board dell’Unesco.

GEOfood è il brand che contraddistingue le imprese agroalimentari amiche dell’ambiente situate all’interno degli Unesco Global Geoparks. So che avete stilato un manifesto dei valori.

GEOfood è una iniziativa riservata a territori Unesco Global Geoparks che, con l’adozione del brand, si impegnano ad aderire al manifesto dei valori, tradotto in 14 lingue. Sono infatti 27 i territori che al momento usano questo marchio, inclusi almeno 50 ristoranti e 70 produttori nel mondo.

geofood

La chiave è la sostenibilità: GEOfood vuole supportare i Geoparchi nella creazione di reti di produttori locali con l’obiettivo di limitare l’uso di sostanze dannose per l’ambiente e di diffondere una cultura ambientale in agricoltura e tra i cittadini.

GEOfood si impegna a sviluppare la cosiddetta citizen awarness descrivendo le storie dei singoli produttori e collegandole alla peculiarità dei luoghi e alla geodiversità dei territori. Ricordiamo inoltre che proprio dalla geodiversità deriva la biodiversità.

Con GEOfood stiamo anche pensando di lanciare la GEOfood Academy: programmi educativi con un focus specifico tra ambiente-territorio e produzioni alimentari locali, che già si stanno diffondendo tra i membri e che vogliamo rendere strutturale.

GEOfood è anche uno strumento per la valorizzazione dei Geoparchi, usiamo il cibo genuino per creare dei food trail che attirino turisti sensibili ai temi della sostenibilità. Il più importante esempio è il GEOfood trail che attraverserà 5 Geoparchi in Portogallo, collegando tutti i membri GEOfood in un unico percorso alla scoperta delle persone e delle tradizioni. In Portogallo GEOfood è stato adottato dall’Agenzia nazionale di promozione turistica.

Sono necessari particolari requisiti per ottenere il marchio GEOfood? Ci sono state adesioni in Italia?

I requisiti sono quelli di essere un territorio riconosciuto Geoparco Unesco e di lavorare con materie prime provenienti dal territorio, nel rispetto dell’ambiente e delle persone. In Italia tre Geoparchi hanno il marchio GEOfood: Sesia Val Grande in Piemonte, Rocca di Cerere in Sicilia e Colline metallifere toscane, il più virtuoso, che con la filiera DRAGO darà presto interessanti novità.

La filosofia che ispira la rete GEOfood cosa ha in comune con quella di Future Food Institute o di Slow Food e in cosa si differenzia?

La filosofia comune si basa sugli stessi valori espressi dalla Food Agriculture Organization (FAO) e dalla necessità di uno stile di vita più “lento” e più attento alle peculiarità di ogni singola valle o territorio. È comune la riscoperta di sapori autentici in chiave innovativa, per garantire il mantenimento di valori e tradizioni anche in futuro. La differenza risiede solamente nella volontà di GEOfood di analizzare il legame molto evidente tra la geologia, il suolo, le materie prime e le persone che le utilizzano.

È innovativa l’idea GEOfood di informare le persone a tavola riportando sulle tovagliette dei ristoranti le notizie relative al territorio. Perché non inserirle anche sulle confezioni dei prodotti alimentari?

Tutti gli aderenti a GEOfood devono sviluppare una narrazione specifica da inserire sulle confezioni, sul sito web di riferimento o nel caso di ristoranti sulle tovagliette o nel menù. In particolare, nel caso di tradizioni millenarie come la coltivazione del tè in Corea o la tradizione dei “lacci” a Idrija in Slovenia, GEOfood si integra perfettamente come sintesi di cultura e tradizione alimentare.

Sara, quali studi hai seguito per diventare ideatrice GEOfood e coordinatrice di rete di Magma Unesco Global Geoparks?

Ho studiato Storia, Archeologia, Legge e sto per terminare un dottorato in Servizi ecosistemici abiotici all’Università di Torino.

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