Rinnovabili • Rinnovabili •

Il monitoraggio bioacustico misura la biodiversità

Oggi è possibile misurare il livello di biodiversità attraverso il monitoraggio bioacustico che studia i suoni emessi dagli esseri viventi. I risultati mostrano che nelle aree coltivate in regime biologico c’è il 10% di specie di avifauna in più rispetto a quelle coltivate con i metodi convenzionali

Image by wirestock on Freepik

I suoni ci parlano della salute della natura

Come si misura la biodiversità? Oggi c’è un progetto innovativo che misura la differente ricchezza di biodiversità tra le aree agricole gestite in modo convenzionale e quelle coltivate con il metodo biologico.

L’iniziativa fa parte del progetto congiunto Guardiani della Natura di WWF e Huawei, giunto alla seconda edizione.

Il monitoraggio bioacustico della biodiversità

Il progetto prevede l’installazione di 48 dispositivi “Edge Audiomoth” per il monitoraggio bioacustico in otto Oasi del WWF in sette Regioni italiane. I dispositivi sono stati forniti dal partner tecnico Rainforest Connection (RFCx).

La bioacustica, ovvero la combinazione dell’acustica con la biologia, studia i suoni emessi dagli organismi viventi. Grazie alla sua applicazione, oggi è possibile rilevare la situazione delle aree agricole e l’eventuale perdita di biodiversità.

I dispositivi audio hanno analizzato sedici terreni agricoli, metà coltivati in modo convenzionale e metà con il metodo biologico. Il monitoraggio ha prodotto oltre 500mila registrazioni audio (per un totale di oltre 8mila ore) che hanno permesso di evidenziare le differenze di biodiversità nelle diverse aree.

Leggi anche Agricoltura, biodiversità e diffusione dei virus: una nuova lettura

10% di specie in più nelle aree coltivate a biologico

La piattaforma Arbimon, basata su Cloud e Intelligenza Artificiale, dopo aver analizzato i dati sonori ha riconosciuto 57 delle 63 specie di uccelli su cui era stato allenato l’algoritmo.

Il risultato finale mostra che le aree biologiche (quindi senza pesticidi) hanno circa il 10% di specie di avifauna in più rispetto a quelle convenzionali. Gli animali, in un ambiente ricco di biodiversità – quindi più stabile e accogliente – hanno avuto comportamenti naturali più attivi.

Secondo WWF Italia i risultati del monitoraggio suggeriscono l’urgenza di approvare un Regolamento europeo per ridurre l’uso dei pesticidi e di aumentare le aree agricole destinate alla coltivazione biologica.

Non si tratta solo di una scelta che segue un’etica ambientale ma di una strategia che potrà garantire la salute del Pianeta nel lungo periodo.

Leggi anche Biodiversità, in Italia mancano all’appello tre frutti su quattro

I tre principi chiave per coltivare la biodiversità

La collaborazione tra WWF e Huawei era iniziata nel 2021 partendo dal presupposto che l’agricoltura, così importante per la nostra economia, sia anche una minaccia per la biodiversità. Il progetto si propone di conciliare l’esistenza di sistemi agricoli produttivi con il mantenimento della biodiversità.

Per “coltivare la biodiversità”, il WWF segue tre principi chiave: proteggere e ampliare le aree naturali; ridurre gli input chimici in agricoltura; tutelare il suolo e il ciclo dei nutrienti.

La tecnologia digitale ha dimostrato di poter dare un importante contributo alla salvaguardia della biodiversità e al rispetto dei cicli naturali degli ecosistemi.

Guardiani della Natura si inserisce nell’ambito di TECH4ALL, il programma di Corporate Social Responsibility di Huawei che mette la tecnologia a disposizione dell’ambiente e delle persone per promuovere la protezione ambientale e l’inclusione digitale.