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I disastri naturali sono raddoppiati in 20 anni: colpa dei cambiamenti climatici

Nuovo rapporto delle Nazioni Unite: dal 2000 al 2019 ci sono state 7.348 calamità, con 3mila miliardi di dollari di danni e la morte di oltre 1,2 milioni di persone. I due più grandi eventi per numero di vittime sono stati lo tsunami nell’oceano Indiano nel 2004 con 226.400 morti e nel 2010 il terremoto che ha colpito Haiti uccidendo circa 222mila persone

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Foto di Momoko Morita da Pixabay

L’Asia ha subito il maggior numero di disastri naturali

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – I cambiamenti climatici sono i principali responsabili del raddoppio dei disastri naturali nel mondo in 20 anni. A dirlo ci pensa un nuovo rapporto dell’Onu dell’Ufficio per la riduzione del rischio di catastrofi delle Nazioni Unite (Unsdir) – ‘Il costo umano dei disastri 2000-2019’ – secondo cui dal 2000 al 2019 sono state registrate 7.348 calamità naturali per un costo stimato di quasi 3mila miliardi di dollari e la morte di oltre 1,2 milioni di persone.

Il rapporto non include i rischi epidemiologici come per esempio il coronavirus ma – come ha detto Debarati Guha-Sapir, del Centro di ricerca sull’epidemiologia dei disastri dell’università di Louvain in Belgio – “evidenzia chiaramente il livello della sofferenza umana e della perdita economica derivante dal mancato adattamento ai cambiamenti climatici e dalla mancata riduzione delle emissioni di gas serra”; ed anche che la progressione dei disastri naturali è principalmente legata all’aumento degli eventi estremi che hanno come origine i cambiamenti climatici, passati da 3.656 (nel periodo dal 1980 al 1999) a 6.681 (tra il 2000 e il 2019). Il costo complessivo delle catastrofi naturali è stato stimato in almeno quasi 3 miliardi di dollari dal 2000 a oggi; ma l’importo reale è sicuramente più alto perché un gran numero di Paesi, soprattutto in Africa e in Asia, non riesce a fornire informazioni sull’impatto economico.

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A livello globale queste catastrofi sono costate molti decessi; il numero è passato da 1,19 milioni nel periodo che va dal 1980 al 1999 a 1,23 milioni nel periodo tra il 2000 e il 2019. Mentre il numero di persone colpite da questi eventi naturali è passato da 3,25 miliardi a 4 miliardi. Le inondazioni e le tempeste sono state le catastrofi più frequenti negli ultimi 20 anni; molto più che raddoppiate (passando da 1.389 a 3.254). E, già si fa una previsione per il prossimo decennio; secondo le Nazioni Unite il problema peggiore saranno le ondate di caldo. E, soprattutto gli eventi meteorologici estremi sono arrivati “​​a dominare il panorama dei disastri nel ventunesimo secolo”. Ma anche in altre categorie ci sono stati degli aumenti, tra cui siccità, incendi, terremoti e tsunami.

L’Asia ha subito il maggior numero di eventi. In totale, tra il 2000 e il 2019, sono stati 3.068 disastri; seguono i 1.756 nelle Americhe e 1.192 eventi in Africa. I Paesi più colpiti a livello globale sono stati la Cina (577 eventi) e gli Stati Uniti (467 eventi); seguiti da India (321 eventi), Filippine (304 eventi) e Indonesia (278 eventi). Negli anni 2004, 2008 e 2010 ci sono stati oltre 200mila morti ciascuno. Il più grande evento singolo per numero di vittime è stato lo tsunami nell’oceano Indiano nel 2004, con 226.400 morti; il secondo evento più grande nel 2010, con il terremoto che ha colpito Haiti, uccidendo circa 222mila persone e lasciando milioni di senzatetto. Nel 2008, il ciclone Nargis ha ucciso oltre 138mila persone in Myanmar. Dal 2000 al 2019 la media annuale di decessi globale è stata di circa 60mila.

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“Il Covid-19 ha reso i governi e l’opinione pubblica consapevoli dei rischi che ci circondano – ha osservato il segretario generale dell’Unsdir Mami Mizutori e l’emergenza climatica può essere anche peggiore. Senza una ripresa verde, non faremo altro che aumentare l’emergenza climatica”.

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