L’oil&gas batte un colpo sul monitoraggio delle emissioni di metano

Controllate tutte le fasi della supply chain, dall’estrazione al downstream. Un metodo standard per raccogliere e analizzare i dati. L’industria lavora insieme a Ue e Unep

emissioni di metano
Credits: Nicola Giordano da Pixabay

Firmato ieri un accordo per un nuovo standard globale sulle emissioni di metano

(Rinnovabili.it) – Più attenzione all’intera supply chain, non soltanto alla fase di produzione. E un quadro condiviso per facilitare il monitoraggio a livello globale. Sono i due punti di forza del nuovo accordo-quadro sulle emissioni di metano. L’ha raggiunto la Oil and Gas Methane Partnership 2.0 (OGMP2.0), un’iniziativa guidata dall’industria ma appoggiata ai massimi livelli da istituzioni internazionali. Ne fanno parte più di 60 compagnie globali del comparto oil&gas e ai lavori partecipano anche l’Unione europea, l’Unep cioè l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della protezione dell’ambiente, e l’Environmental Defense Fund (EDF) americano.

Che cosa prevede il nuovo standard sulle emissioni di metano

Al centro dell’iniziativa c’è un nuovo framework complessivo da usare per la rendicontazione delle emissioni di metano, basato su metodi di misurazione condivisi. Questo faciliterà la condivisione dei dati e la loro comparazione. Sia per i tecnici che per gli investitori e l’opinione pubblica. In pratica, diventerà più semplice valutare le performance delle aziende sull’emissione di questo gas serra che ha un potere climalterante 80 volte superiore a quello della CO2 nei primi 20 anni in cui si trova in atmosfera.

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Rispetto al patto precedente, la nuova versione dell’accordo allarga lo sguardo fino ad abbracciare l’intera supply chain. Non solo il segmento upstream, cioè la fase dell’estrazione e della produzione, ma anche quella del trasporto e della successiva lavorazione e raffinazione. Spesso, ad oggi, queste fasi sono escluse dal computo finale delle emissioni di metano. I nuovi standard permettono una fotografia più realistica e accurata di cosa viene effettivamente immesso in atmosfera. E dei progressi raggiunti.

Su questo fronte, gli obiettivi dell’OGMP2.0 consistono nella riduzione del 45% delle emissioni di metano del settore oil&gas entro il 2025 e una riduzione del 60-75% entro il 2030. Per verificare che la tabella di marcia sia rispettata, nell’ambito dell’iniziativa vedrà la luce un Osservatorio internazionale indipendente sulle emissioni di metano (IMEO), che sarà gestito in modo congiunto dall’Unep e dell’Ue.

Se per la Commissaria Ue all’Energia Kadri Simson questo accordo “è il primo risultato della recente strategia della Commissione sul metano”, per il Ceo di Eni Claudio Descalzi si tratta di “un modello riconosciuto a livello internazionale per le aziende del nostro settore disposte a migliorare le loro riduzioni delle emissioni in tutte le fasi della catena del valore”.

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