Rinnovabili • Crimini ambientali: UE, fino a 10 anni di carcere

Adesso l’Europa prende sul serio i crimini ambientali

Quella relativa all'ambiente è la terza attività criminale al mondo, in grado di provocare perdite per 110-281 miliardi di dollari l’anno i tutto il Pianeta. E cresce a un ritmo del 5-7% l’anno

Crimini ambientali: UE, fino a 10 anni di carcere
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Alcuni crimini ambientali saranno equiparati all’ecocidio

(Rinnovabili.it) – Pene molto più aspre fino a 10 anni di carcere, obbligo di rimediare al danno, una lista più lunga di reati punibili e una categoria speciale – i “reati qualificati” – per i danni che colpiscono interi ecosistemi e sono assimilabili all’ecocidio. È il nuovo perimetro della legge UE sui crimini ambientali, approvata ieri in via definitiva dal Parlamento europeo.

Tra i crimini ambientali spuntano i reati qualificati, equiparati all’ecocidio

Un provvedimento che punta a dare un giro di vite alla terza attività criminale al mondo, in grado di provocare perdite per 110-281 miliardi di dollari l’anno i tutto il Pianeta. E cresce a un ritmo del 5-7% l’anno. Per stringere le maglie, l’UE ha espanso la lista dei reati ambientali perseguiti dai Ventisette. Tra le nuove fattispecie figurano il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le violazioni gravi delle norme europee sulle sostanze chimiche e l’inquinamento originato dalle navi.

Aspetto ancora più importante è la creazione di una categoria speciale di crimini ambientali, quella dei “reati qualificati”. Si tratta di azioni illegali che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio. Come gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo.

Pene più severe

Aumentano anche le pene e le sanzioni per chi commette illeciti contro l’ambiente. Saranno punibili con la reclusione sia persone fisiche sia rappresentanti di aziende, con pene commisurate alla durata, gravità e reversibilità del danno causato. Per i reati qualificati la pena massima è 8 anni di carcere, seconda solo ai crimini ambientali che provocano la morte di una persona. Per tutte le altre fattispecie il massimo della pena è 5 anni.

Sul versante delle sanzioni, l’importo delle multe alle imprese può essere calcolato sul fatturato annuo generato in tutto il mondo (non solo in Europa) e può arrivare fino al 3 o 5%. O, in alternativa, a 24-40 milioni di euro. In più, i Ventisette potranno decidere se perseguire o meno i reati commessi al di fuori del loro territorio. Una norma contenuta nella nuova legge UE sui crimini ambientali dovrebbe infine facilitare l’istruzione di processi e l’accertamento dei reati: l’UE ha rafforzato le protezioni per i whistleblowers, gli informatori che denunciano i reati ambientali.

“È giunto il momento che la lotta alla criminalità transfrontaliera assuma una dimensione europea, con sanzioni armonizzate e dissuasive che impediscano nuovi reati ambientali”, commenta Antonius Manders, relatore della nuova legge ed eurodeputato olandese del PPE. “Con questo accordo, chi inquina paga. Ma non solo: è anche un enorme passo avanti nella giusta direzione. Qualsiasi dirigente d’impresa responsabile di provocare inquinamento, infatti, potrà essere chiamato a rispondere delle sue azioni, al pari dell’impresa. Con l’introduzione del dovere di diligenza, poi, non ci sarà modo di nascondersi dietro a permessi o espedienti legislativi”.