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Horizon BIOservicES, la biodiversità del suolo si studia con algoritmi e IA

Horizon BIOservicES è un progetto europeo che studia la biodiversità del suolo e l’interazione con gli organismi che vi sono naturalmente presenti. Identificare i fattori che determinano l’aumento o la diminuzione della biodiversità dei suoli sarà utile per capire come evitare situazioni di degrado

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Immagine di pvproductions su Freepik

Studiare la biodiversità per prevenire il degrado il suolo

Horizon BIOservicES è al nastro di partenza. Il progetto europeo di durata quinquennale Horizon BIOservicES – Linking soil biodiversity and ecosystem functions and services in different land uses (Collegare la biodiversità del suolo con le funzioni e i servizi ecosistemici nei diversi usi del suolo) ha appena preso il via: tra i partner internazionali, per l’Italia sono presenti l’Università della Tuscia e i centri di Agricoltura e Ambiente e di Genomica e Bioinformatica del CREA.

Suolo sano e biodiversità

Un suolo sano garantisce la produzione di cibo, beni e servizi; la sua biodiversità ha un ruolo fondamentale di cui ancora dobbiamo scoprire molte cose. L’obiettivo principale di BIOservicES è quello di comprendere l’interconnessione tra gli organismi naturalmente presenti nel suolo (virus, batteri, funghi, lombrichi, insetti, etc.) e la loro fornitura di servizi all’ecosistema del suolo.

BIOservicES intende anche approfondire il rapporto tra la struttura del suolo e gli organismi che ne fanno parte: in che modo questa interazione è influenzata dall’uso del suolo e dall’intensità del suo sfruttamento? Rispondere a queste domande è funzionale a migliorare la struttura del suolo e la qualità dell’habitat del biota.

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BIOservicES studia 25 siti sperimentali

L’iniziativa si propone, da un lato, di identificare i fattori che determinano l’aumento o la diminuzione della biodiversità dei suoli, dall’altro intende invece individuare nuovi indicatori e nuovi sistemi di monitoraggio che ne migliorino la gestione aprendo nuovi scenari in agricoltura.

Al progetto prendono parte 25 siti sperimentali che si trovano in diverse regioni pedoclimatiche europee (regioni alpine in Svizzera, regioni atlantiche e mediterranee in Spagna, regioni continentali in Germania e regioni boreali in Lettonia) e in diverse condizioni di salute del suolo (bassa, media, elevata che dipendono dalle pratiche di gestione adottate). Il monitoraggio aiuterà a ottenere dati ambientali obiettivi, dati sociali ed economici e dati sulla biodiversità del suolo.

Il ruolo del CREA

Il CREA si occuperà di raccogliere e analizzare i campioni prelevati dai siti sperimentali per determinare l’attività metabolica del suolo. L’analisi dei dati raccolti sarà effettuata con sistemi di Intelligenza Artificiale che svilupperanno indicatori in grado di collegare la biodiversità del suolo con i servizi ecosistemici. Grazie agli algoritmi sarà infine possibile estendere i risultati su larga scala. Conoscere i meccanismi che collegano il suolo e gli organismi che in esso vivono avrà potenziali ricadute positive, sia ambientali (coltivazioni sane, acqua e aria pulite, regolazione del clima) che economiche, come la generazione di crediti di carbonio.