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Secondo l’ONU, anche l’ONU dovrebbe ridurre la propria impronta di carbonio

Young UN, un network interno alle Nazioni Unite, ha chiesto al segretario generale Antonio Guterres di sviluppare un piano di taglio delle emissioni causate da uffici e viaggi di lavoro dei propri funzionari

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Credit: sanjitbakshi (CC BY 2.0)

L’ONU pubblica ogni anno i dati sulla propria impronta di carbonio: nel 2018, il complesso di uffici e attività emisero oltre 2 milioni di tonnellate di CO2

(Rinnovabili.it) – Oltre 2 mila impiegati e funzionati dell’ONU hanno inviato una lettera aperta al proprio Segretario Generale, Antonio Guterres, per chiedere azioni concrete a favore della riduzione dell’impronta di carbonio delle stesse Nazioni Unite.

L’iniziativa è stata promossa dal gruppo Young UN – Agents for Change, un network interno alle Nazioni Unite che riunisce oltre 1.400 membri provenienti da più di 80 Paesi in tutto il mondo: “I nostri impegni devono essere più ambiziosi e concreti almeno quanto quelli degli Stati membri delle Nazioni Unite e degli stakeholder che partecipano al vertice sul clima delle Nazioni Unite – si legge nella lettera (testo in inglese)Come Greta Thunberg, che ha appena attraversato l’Oceano Atlantico, e i giovani di tutto il mondo che continuano a scioperare ogni venerdì, guardiamo al nostro impatto e facciamo passi coraggiosi per affrontare l’emergenza climatica”.

 

L’ONU rilascia ogni anno una stima delle emissioni prodotte dal complesso di attività internazionali: per il 2018, le Nazioni Unite hanno dichiarato di aver emesso 2 milioni di tonnellate di CO2, frutto dell’attività di 44 mila impiegati in 60 Paesi, oltre a decine di migliaia di cooperanti e truppe di pace dislocate in tutto il mondo.

 

In primo luogo, la lettera del network Young UN sostiene lo Sviluppo di un piano d’azione di emergenza climatica a livello di sistema delle Nazioni Unite: “Basandosi sugli impegni esistenti per diventare neutrali dal punto di vista climatico entro il 2020, le Nazioni Unite dovrebbero fissare nuovi obiettivi che affrontino tutti gli aspetti dell’impatto ambientale delle Nazioni Unite, compresa la riduzione radicale delle attuali emissioni di gas serra per consentirci di rimanere all’interno dell’obiettivo di 1,5 gradi dell’accordo di Parigi – si legge nel documento – I calcoli delle Nazioni Unite sulla neutralità climatica dovrebbero tenere conto delle operazioni esternalizzate e collettivamente dovremmo puntare a emissioni zero. Pertanto, entro dicembre 2019 tutte le entità delle Nazioni Unite dovrebbero disporre di politiche e risorse per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e compensare in modo significativo qualsiasi gas a effetto serra che non può essere ridotto, comprese le attività esternalizzate, i viaggi, il cibo, le strutture edilizie, i trasporti, l’acqua e i rifiuti”.

 

Quasi la metà delle emissioni delle Nazioni Unite sono prodotte da viaggi e meeting di lavoro; di qui la scelta del network Young UN di indicare proprio negli spostamenti uno dei settori in cui attivare misure di taglio dell’impronta di carbonio: nella lettera, viene suggerito di utilizzare i tradizionali spostamenti aerei solo come ultima opzione disponibile (addirittura viene suggerito di utilizzare solo bus e treni in regioni particolarmente ben collegate e ristrette come l’Europa); allo stesso tempo viene promosso il lavoro e gl’incontri via remoto, sfruttando le tecnologie di comunicazione informatiche, ma anche di disincentivare i viaggi in business class (più inquinanti) a favore di quelli economici.

 

 

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La lettera suggerisce anche il disinvestimento di un fondo da oltre 60 miliardi di dollari attualmente dedicato alle energie fossili e la completa conversione degli uffici ONU a energie rinnovabili.

Le Nazioni Unite hanno già lanciato un’iniziativa di taglio della propria impronta di carbonio, la cosiddetta “Greening the Blue Initiative”: secondo l’ultimo report, 55 degli organi di rappresentanza ONU (circa il 95% delle entità delle Nazioni Unite) sono state carbon neutral nel 2018, in netta crescita rispetto a circa il 35% dell’anno precedente.

Ma la lettera solleva dubbi sui meccanismi di compensazione delle Nazioni Unite, un metodo che funziona attraverso gli acquisti di crediti di carbonio certificati dallo stesso ONU e non tramite il taglio diretto delle emissioni o la migliore gestione delle risorse.

“Il Segretario Generale accoglie con favore l’iniziativa dei Giovani ONU sull’azione per il clima nel sistema ONU – ha risposto in una nota, Antonio Guterres – Il segretario generale si impegna a dare l’esempio e chiede azioni di trasformazione per affrontare la crisi climatica, anche da parte del sistema delle Nazioni Unite e del segretariato stesso”.

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