Il valore delle foreste, ripristinare 350mln di ettari per avere 170mld l’anno

Una diffusa azione di rinaturazione, ricostruzione e rigenerazione dei sistemi naturali che abbiamo distrutto insieme con la gestione sostenibile degli ecosistemi sono strumenti cruciali nella lotta alla crisi climatica in grado di garantire anche notevoli vantaggi economici e creare nuovi posti di lavoro. Soltanto negli Stati Uniti la rinaturazione è un’industria da 9,5 miliardi di dollari che impiega 126mila persone e genera indirettamente 15 miliardi di dollari e 95mila ulteriori posti di lavoro

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Foto di Free-Photos da Pixabay

di Tommaso Tetro

Il nuovo rapporto del Wwf all’interno della campagna ReNature Italy

(Rinnovabili.it) – Ripristinare 350 milioni di ettari di foreste entro il 2030 potrebbe generare benefici per 140 miliardi di euro l’anno. Questo il dato che emerge dal nuovo rapporto del Wwf ‘Valore Natura’, realizzato all’interno della campagna ReNature Italy e lanciato per la Giornata Mondiale della Fauna Selvatica (World Wildlife Day) che – istituita dalle Nazioni Unite nel 2013 – si celebra il 3 marzo. 

Quest’anno è dedicata a foreste e mezzi di sostentamento per le persone e per il pianeta (‘Forests and Livelihoods: Sustaining People and Planet’); l’associazione parla di come una diffusa azione di rinaturazione, ovvero di ricostruzione e rigenerazione dei sistemi naturali che abbiamo distrutto, e di come la gestione sostenibile degli ecosistemi siano strumenti cruciali nella lotta alla crisi climatica in grado di garantire anche notevoli vantaggi economici e creare nuovi posti di lavoro.

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In 50 anni a livello globale abbiamo assistito al declino, in media, del 68% delle popolazioni di vertebrati (Living Planet Report 2020); un territorio grande come 20 volte la superficie della Francia è stato completamente degradato (Oecd 2019); in Europa, l’81% degli habitat tutelati dall’omonima Direttiva si trova in uno stato di conservazione inadeguato.

“Recenti ricerche dimostrano come le cosiddette soluzioni basate sulla natura – spiega il Wwf – tra cui il ripristino di foreste naturali, torbiere, mangrovieti e il recupero degli ecosistemi acquatici e marini, contribuirebbero a più di un terzo degli sforzi necessari per mitigare il cambiamento climatico entro il 2030 e abbatterebbero le emissioni di CO2 totali di oltre 10 miliardi di tonnellate l’anno, l’equivalente delle emissioni attuali combinate di Stati Uniti e Unione Europea”.

Per il Wwf ricostruire quello che abbiamo perduto in parte è ancora possibile. I servizi essenziali garantiti da ecosistemi come foreste, praterie e zone umide includono la produzione di ossigeno e acqua potabile, la riduzione degli inquinanti in atmosfera, nelle acque e nei suoli, la disponibilità di materie prime naturali nonché medicinali e principi utili alla ricerca biomedica. Questi servizi hanno, poi, un ruolo centrale nella mitigazione del riscaldamento globale.

Investire in rinaturazione significa anche generare vantaggi economici e sociali non indifferenti. Secondo l’Ocse ogni anno i sistemi naturali del Pianeta forniscono benefici al genere umano (servizi ecosistemici) valutabili tra i 125 e i 140mila miliardi di dollari, una volta e mezzo il prodotto interno lordo globale – viene osservato dal Wwf – alcuni studi di Nature4Climate (iniziativa sostenuta da una coalizione che include Unep, Undp e Wwf) affermano che per ogniì dollaro speso in rinaturazione si prevede un ritorno economico di almeno 9 dollari (che in alcuni casi può arrivare anche a 30).

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E allora l’analisi mette in evidenza come “rinaturando almeno 350 milioni di ettari di foreste entro il 2030 si potrebbe generare un beneficio economico netto pari a circa 170 miliardi di dollari l’anno (circa 140 miliardi di euro), considerando la protezione dei bacini idrici, l’incremento della produttività agricola, nonché i vantaggi in termini di mitigazione dei cambiamenti climatici grazie al sequestro di oltre 5 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno”. Calcolando soltanto gli Stati Uniti, la rinaturazione è un’industria da 9,5 miliardi di dollari che impiega 126mila persone e genera indirettamente 15 miliardi di dollari e 95mila ulteriori posti di lavoro.

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