La transizione energetica e i suoi rifiuti

Un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente elenca le sfide di riciclare pannelli fotovoltaici, pale eoliche e batterie a fine vita

Transizione energetica: la sfida circolare dei nuovi rifiuti
Foto di Hans Linde da Pixabay

Come gestire la mole di nuovi rifiuti dalle rinnovabili originati dalla transizione energetica?

(Rinnovabili.it) – In meno di dieci anni l’Europa dovrà fare i conti con una crescita esponenziale dei rifiuti derivanti dalle rinnovabili. La transizione energetica sarà accompagnata da un boom di energia dal sole e dal vento, ma l’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) punta i riflettori su uno dei lati più oscuri della torsione verde del continente. Per affrontare questa sfida bisogna abbracciare sul serio l’economia circolare e puntare in tre direzioni: eco-design, obiettivi di riciclo specifici per ciascun materiale e schemi più estesi di responsabilità dei produttori.

Secondo le stime dell’Eea, i rifiuti originati dalla moltiplicazione di parchi eolici cresceranno solo in questo decennio del 200%. Ancora poco rispetto a quelli che derivano dall’energy storage (inclusa la mobilità elettrica), per i quali si prevede un’impennata del 600%. Ma è soprattutto il fotovoltaico a rappresentare un problema: entro il 2030 i rifiuti di questa filiera aumenteranno del 3000%.

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Nel rapporto Emerging waste streams: Opportunities and challenges of the clean-energy transition from a circular economy perspective, l’agenzia europea mette nero su bianco sfide e opportunità di far aderire questi tre ambiti ai dettami dell’economia circolare.

Nel caso del fotovoltaico, può teoricamente essere recuperato il 95% dei materiali (ad esempio vetro, rame, alluminio) ma l’ostacolo maggiore resta la capacità (e la convenienza economica) del processo di delaminazione, separazione e purificazione di silicio, vetro e pellicola. Per l’eolico la percentuale scende al 90%, ma la presenza di molti “elementi critici” (e costosi) come neodimio, niobio e disprosio può far decollare il riciclo dei generatori di magneti permanenti. I punti interrogativi più pressanti riguardano l’infrastruttura di riciclo (ancora ai primi passi) di cui necessitano le pale e le difficoltà logistiche di trasportarle su lunghe distanze date le dimensioni.

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Passando ai sistemi di accumulo, qui la percentuale di materiali riciclabili sale al 100%. Ma i problemi sono diversi: dai design che divergono molto da batteria a batteria e richiedono approcci logistici differenti, all’infrastruttura di trasporto e stoccaggio di volumi così elevati di batterie a fine vita (ad oggi è deficitaria), alla mancanza di capacità adeguate per il riciclo su larga scala di queste componenti in Europa.

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