Energia rinnovabile: approvata in Senato la risoluzione sull’autoconsumo

Sen. Girotto: “Necessario rendere il nostro Paese energeticamente indipendente e competitivo nel perseguimento dell’innovazione tecnologica”

Energia rinnovabile: approvata in Senato la risoluzione sull’autoconsumo
Foto di Caspar Rae su Unsplash

Autoconsumo, è tempo di passare dalle parole ai fatti

(Rinnovabili.it) – Sì alla promozione dei prosumer e delle comunità dell’energia rinnovabile. L’istruttoria condotta dalla Commissione Industria del Senato sul sostegno all’autoconsumo di elettricità si conclude con alcune precise richieste per il Governo. Nella risoluzione presentata dal Senatore Gianni Girotto (M5S) e approvata ieri all’unanimità, si presenta una serie di impegni finalizzati a favorire i cosiddetti energy citizens, letteralmente cittadini dell’energia. A partire, ovviamente, dalla dimensione delle Comunità energetiche, aggregazioni di utenti, famiglie, enti locali o piccole e medie imprese che si associano che condividono l’energia autoprodotta. Per queste realtà la risoluzione chiede che sia riconosciuto il “diritto di produrre, consumare, immagazzinare e vendere l’energia rinnovabile”, senza che la condivisione sia considerata ai fini fiscali come “vendita di energia” e, al contempo, che siano pagati i corrispettivi per la distribuzione di energia, ma non quelli per il trasporto e il dispacciamento se l’energia scambiata non viene veicolata sulla rete  di trasmissione nazionale.

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L’atto impegna anche il Governo a prevedere un meccanismo premiante sull’autoconsumo, anche in alternativa allo “scambio sul posto” e ad adottare misure di agevolazione fiscale o contributi in conto capitale a favore delle comunità energetiche e dei nuovi impianti rinnovabili che opereranno nel consumo di prossimità.

Tra le altre cose, la risoluzione chiede anche che l’autoconsumo, in forma singola o collettiva, sia trasformato in uno strumento conveniente e sostenibile aprendo i mercati alla generazione rinnovabile, servizi di rete in primis.

“Con l’approvazione all’unanimità della risoluzione sull’autoconsumo  – ha commentato il senatore Girotto – si chiude oggi un grande capitolo dei lavori della Commissione che ho l’onore di presiedere, che ha raggiunto un traguardo importantissimo per sostenere una vera rivoluzione energetica e una reale decarbonizzazione del Paese […] Il momento è epocale e la politica deve essere pronta a cavalcarlo. È estremamente importante che oggi le scelte fatte vadano verso questa direzione perché solo in questo modo possiamo rendere il nostro Paese energeticamente indipendente e competitivo nel perseguimento dell’innovazione tecnologica. Diversamente – conclude il parlamentare pentastellato – saremo sempre attaccati al tubo degli altri, con gravi problemi a perseguire l’interesse nazionale. Guardare agli obiettivi europei significa impegnarsi non solo per raggiungerli, ma per superarli”.

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6 Commenti

  1. Il vero nodo è e rimane il finanziamento degli impianti per la produzione di energie rinnovabili.
    Le banche italiane finanziano poco e male. Con tempi biblici ed incertezza assoluta.
    Per poter sviluppare seriamente le rinnovabili, Bisogna creare uno strumento di finanziamento capiente e veloce.

  2. Ho speso 8’300,00 euro per un impianto fotovoltaico, del quale riesco a consumare solo il 40% dell’energia prodotta. Il 60% ritirato e sottopagato dalla SGE con l’autoconsumo hanno solo dimezzato la mia spesa per l’energia elettrica.
    Sarebbe molto più onesto se la rete mi restituisse il 60% dell’energia fornita in ore di massimo consumo e ritirata in ore di fascia bassa. Se cosi fosse, con pochi altri pannelli potrei elettrificare tutta la casa e staccarmi dalla rete di gas metano anche per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria.

  3. Sul problema dei cambiamenti climatici bisognerebbe adottare misure diffuse di agevolazione in favore dei proprietari di immobili energivori. Le nostre abitazioni per essere riscaldate o raffrescate richiedono grandi quantità di energia … che inquina nella misura del 40 / 45 % . Le nostre famiglie non sono rimaste indenni dalla crisi, in quanto in questi anni difficili, hanno attinto ai loro risparmi per far quadrare i bilanci, pertanto non hanno la liquidità necessaria per affrontare i lavori di riqualificazione energetica, o investire nel fotovoltaico, quindi in luogo del credito di imposta forse è più utile l’accesso al credito agevolato … Chi scrive inoltre è proprietario di un impianto fototovoltaico da 6 Kwh, ma come si fa a promuovere presso gli amici questi impianti, quando siamo costretti a pagare il costo del trasporto e a vendere la nostra energia ad un prezzo imposto ? Ma trovate giusto che quando la sera attingo energia dalla rete il costo dei consumi è molto elevato e quando vendo l’energia prodotta dal mio impianto mi viene riconosciuta una somma ridicola ? Infine tornando alle riqualificazioni energetiche degli immobili politiche di sostegno a questi lavori mettono in moto una macchina virtuosa … l’edilizia e tutti i settori ad essa connessa. Una valutazione è doverosa, meglio sostenere e agevolare un impianto fotovoltaico da 10 milioni di euro o agevolare mille appartamenti da riqualificare energeticamente per 10.000 euro con gli effetti diffusi per le imprese edili e le aziende produttrici di materiali idonei allo scopo ? Distinti saluti Angelo Quaranta

  4. Condivido tutte le sue idee. Anch’io ho un impianto condominiale da 5 kW che praticamente non utilizziamo se non marginalmente. Considerando che abbiamo una crescita dello 0%, che spendiamo per i vecchi conti energia (giustamente!) circa 6 miliardi all’anno, che abbiamo raggiunto per i tetti solari un tempo di ritorno ragionevole (tra i 6 e gli 8 anni), cosa aspetta lo stato a sfruttare questo strumento?
    Esistono già alcuni strumenti in conto capitale: per esempio la Puglia ha adottato uno strumento che fornisce il capitale per gli impianti (a cittadini non abbienti) e richiede i proventi derivanti dall’energia ceduta in rete.
    Nel Regno Unito, c’era (non so se attualmente sia vigente e come funzioni) il Green Deal: il cittadino fa un intervento di efficientamento energetico che viene pagato dallo stato, e poi cede l’equivalente del risparmio ottenuto fino a raggiungere l’importo ottenuto. Lo Stato finanzia soltanto, ma ottiene interamente il capitale, il cittadino non toglie un centesimo e l’economia gira.
    Secondo me occorre pensare a meccanismi del genere anche in Italia. Il vantaggio del fotovoltaico è che non è necessario fare nessuna valutazione del risparmio: basta consultare le bollette!

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